Progetto
di sistemazione della via Crispi
I
criteri generali
La realizzazione di un assetto rinnovato per il percorso che dalla via Roma
porta alla piazza Manzoni ed alla chiesa delle Grazie nasce dalla esigenza
di un migliore raccordo per l’insieme dei monumenti che su questo percorso
gravitano.
La
via Crispi, una delle più suggestive del Centro storico, nasce in realtà
dalle trasformazioni recenti che hanno interessato il centro storico in
seguito alla parziale demolizione delle mura e alla acquisizione del
convento dei francescani, in seguito alle leggi Siccardi (1850) che
disponevano la soppressione dei privilegi ecclesiastici, espropriato e
trasformato in scuola tecnica e infine a pretura e conciliatura. Attualmente
il convento è stato almeno in parte restituito all’ordine francescano, in
parte utilizzato al convento, locali al primo piano oggetto di un recente
rinnovo, ed in parte usati (piano terra) come sede del gruppo scout.
Lo
stato attuale
Il percorso, di uso pedonale, serve gli ingessi al convento di San
Francesco ed alla scuola elementare, che fronteggiandosi nella parte bassa
del percorso occupano almeno tre quarti
della sua lunghezza. L’assenza
di accessi lungo il percorso oltre a quelli gia menzionati indica
chiaramente la natura di sistemazione urbanistica recente della via Crispi.
La larghezza della sua parte terminale in corrispondenza alla via della
zecca, che corrisponde a quella delle schiere che su questa stessa via sono
disposte, indica chiaramente che la sua apertura ha corrisposto
all’abbattimento di una casa a schiera.
L’analisi
dei documenti e della cartografia storica mostra, dalla carta del Maina
(1794), alla pianta del 1836, alla carta relativa al piano d’ornato
del 1863, una sostanziale permanenza delle mura e dei tessuti edilizi. In
particolare l’area della futura via Crispi appare isolata e priva di
edifici, occupata probabilmente da orti, all’interno dei confini delle
vecchie mura, ancora integre, della quinta muraria delle abitazioni su via
della zecca, dal convento di San Francesco. Vuoto che si percepisce
chiaramente
nella carta relativa al piano d’ornato.
Questo
vuoto determina attualmente forma e disposizione delle scuole femminili, la
cui costruzione (anni ’30) del secolo scorso, ha determinato
l’abbattimento di mura corrispondente.
In
sintesi il riutilizzo del convento, la necessità di intervenire nello
spazio degli orti fra la cortina delle case a schiera e le mura,
l’apertura della cinta muraria, la necessità di dare un secondo fronte,
più interno alla città alla scuola femminile determinano la creazione
della via Crispi. Ma c’è ancora una ragione ancora più corrispondente
alle logiche urbanistiche della città ottocentesca (che nel nostro caso si
esprime anche nei primi decenni del novecento): di fatto l’apertura della
via Crispi corrisponde alla esigenza di aprire un fronte urbanizzato al di là
della cinta muraria. Il fenomeno trova la sua più compiuta espressione
nella formazione della Piazza Sella. Nel caso della via Crispi e della via
San Marcello, è la creazione del polo scolastico, costituito dalla scuola
maschile, dalla scuola femminile e dall’Istituto Tecnico Minerario, a
creare l’occasione per un rinnovo della topografia medievale, che si era
conservata intatta fino alla fine dell’800.
I
caratteri ambientali
La nuova strada spezza la continuità della via della zecca in
corrispondenza della attuale P.zza Manzoni, allarga il suo percorso in
corrispondenza degli antichi orti, fiancheggia le murature del convento e
offre lo spazio per la costruzione del prospetto della scuola femminile. La
pendenza, che deve essere regolata da scale, la sua planimetria non
regolarizzata, la presenza della torre superstite delle vecchie mura, gli
conferiscono un aspetto coerente alla struttura medioevale della città.
Ma
soprattutto la sua relazione con la complessa facciata della chiesa di Santa
Chiara, la maniera singolare con cui si percepisce il monumento, la
relazione con tutto l’insieme urbano, fanno di questo breve percorso uno
dei luoghi più singolari e caratteristici della città storica.
In
anni recenti, l’abbandono di funzioni cittadine importanti come quelle
ospitate nel convento, una qualche perdita di importanza del polo
scolastico, la preferenza dei percorsi aperti ai veicoli, rispetto ai
percorsi pedonali, l’abbandono di parti del centro storico caratterizzate
da un’edilizia più povera e minuta, hanno determinato il decadimento
della via Crispi, percepibile in primo luogo dalla scarsa cura della
pavimentazione e dall’abbandono dei materiali e delle tipologie
costruttive tradizionali.
Il
rinnovo della via Crispi costituisce pertanto una premessa per il rinnovo
delle stesse parti di città, che costituiscono il suo ambito di relazione,
collocandosi efficacemente all’interno di un più complesso progetto di
restauro delle vecchie mura e dei monumenti che la contornano.
Le
opere previste
Sull’area interessata alle opere corrispondente a mq 752 sono previste le
seguenti lavorazioni:
1)
demolizione della pavimentazione attuale in bitume;
2)
scavo a larga sezione per la costruzione della fondazione in
tout-venant;
3)
scavo a sezione ristretta per la realizzazione delle reti e per la
fondazione delle opere d’arte;
4)
posa del fognolo delle acque bianche e dei relativi pozzetti e
caditoie;
5)
realizzazione di un sottofondo in tout-venant;
6)
realizzazione del massetto di fondazione in cls;
7)
posa della pavimentazione in pietra;
8)
lavori di raccordo fra la pavimentazione e le murature e gli accessi
al contorno.
Le
caratteristiche prestazionali dei materiali prescelti
I materiali previsti in progetto sono quelli della tradizione
costruttiva locale: la pietra lavorata e la pietra a spacco per le
pavimentazioni ed i gradini. Il tema principale è quello delle
pavimentazioni. La scelta della pietra è legata al contesto del centro
storico. Il percorso slargo con le quinte prospicienti la scuola femminile,
il convento, le mura, la piazza Manzoni ed i percorsi che vi confluiscono
sono la cornice, l’avvio per l’intervento pubblico e lo stimolo al
recupero dell’intero ambito.
Le
pietra individuata per le pavimentazioni sono la trachite, l’arenaria ed
il basalto; la qualità di questi materiali è ampiamente documentata da
precedenti lavorazioni, esse sono documentate nella manualistica di settore.
La lavorazione delle pietre è quella usuale del tozzetto di cm.10x10, della
lastra a spacco di forma quadrangolare di spessore pari a cm.8 con
lavorazione superficiale bocciardata, martellinata o sabbiata. Nelle aree
pedonali la posa potrà essere effettuata a secco o con debole percentuale
di legante, per consentire la permeabilità del terreno, nelle fascie
carrabili la fondazione in ciottoli e
tozzetti è completata da uno strato di calcestruzzo.
Le
pavimentazioni proposte rientrano nella tipologia delle pavimentazioni
discontinue per esterni da realizzarsi con elementi di varia morfologia,
aventi lo scopo di realizzare, negli spazi aperti, superfici uniformi e
planari per le attività previste. Le pavimentazioni per esterni sono
costituite da sistemi funzionali compositi, comprensivi dell’insieme di
strati ed elementi necessari a fornire le prestazioni richieste. Una serie
di strati sovrapposti ed integrati costituisce il sottofondo del sistema di
pavimentazione con lo scopo di sostenerlo e mantenerlo in efficienza. La
tecnica realizzativa prevista è di fatto la medesima delle tecniche
tradizionalmente impiegate.
Le pavimentazioni per
esterni supportano svariati tipi di attività. La fondazione delle
pavimentazioni pedonali è costituita da sottofondo in ciottolame di
idonea granulometria e pezzatura, costipato e rullato, per una
migliore tenuta dei sottofondi è previsto l’utilizzo di uno strato di
tessuto non tessuto.
Il
sistema di raccolta delle acque bianche è stato dimensionato sulle esigenze
dell’intero slargo e delle superfici dei lotti prospicienti.
L’impianto
elettrico non è previsto in questo progetto, tuttavia si prevede la
realizzazione di un cavidotto, con relativi pozzetti di alaccio per poter
collegare l’illuminazione rilevata collegato alla rete urbana e sarà
eseguito con le stesse caratteristiche della rete pubblica esistente, con
corpi illuminanti con grado di protezione IP55.
I
criteri di progettazione delle strutture e degli impianti
Nell’area di pertinenza della via
Crispi gli impianti a rete esistenti sono l’illuminazione, lo smaltimento
delle acque bianche. L’impianto d’illuminazione non fa parte di questo
progetto, tuttavia si prevede la predisposizione di un cavidotto per poter
effettuare il rinnovo degli impianti, in un prossimo futuro, senza demolire
la pavimentazione.
Gli
aspetti della sicurezza in fase di costruzione sono stati valutati nel
relativo piano di sicurezza e coordinamento relativi alla fase del progetto
definitivo. Gli elementi più problematici sono quelli legati alla
circolazione stradale ed alla necessità di chiusura al traffico veicolare e
pedonale degli spazi interessati al progetto.
Per
quanto riguarda la funzionalità l’opera in linea generale non introduce
elemento nuovo rispetto agli assetti esistenti. La modifica più sostanziale
è la trasformazione del manto stradale, da bitume a pietra e la formazione
del percorso per i disabili.
Aspetti
riguardanti la topografia, la geologia, l’idrologia, il paesaggio,
l’ambiente e gli immobili di interesse artistico o storico esaminati e
risolti in sede di progettazione dei lavori attraverso indagini
e studi.
Gli
aspetti relativi alla morfologia dell’area, agli aspetti paesistici ed
architettonici sono già stati trattati nelle premesse. La realizzazione
dell’opera è necessaria alla valorizzazione dei monumenti e
dell’insieme urbanistico-architettonico ad essa legato.
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