incubatore
di imprese specializzate nell’erogazione
di servizi
attraverso
i mezzi della new economy
Relazione
illustrativa
Premessa
Il Comune
di Iglesias prevede di attivarsi per promuovere nuove iniziative economiche,
che abbiano lo scopo principale di creare occupazione e un legarne di
dipendenza con il territorio tale che l'occupazione sia stabile e duratura.
Il
presente progetto verrà realizzato ad opera del Comune di Iglesias e sarà
finalizzato alla realizzazione di un incubatore specializzato
nell’erogazione dei servizi della new economy.
Il
presente studio tecnico-economico fa parte integrante e sostanziale della
richiesta avanzata dal Comune per ottenere un finanziamento ai sensi
dell’art. 18 Comma 2, lettera a ex L.R. 33/88.
Individuazione
storico-ambientale dell’intervento
Il
progetto prevede la realizzazione di un incubatore di imprese
specializzate nell’erogazione di servizi attraverso i mezzi della new
economy, con particolare riferimento all’attività di e-commerce,
caratterizzante la nuova concezione di molti settori dell’attuale mercato.
La
realizzazione dell’incubatore di imprese implica un intervento di
ristrutturazione e di ammodernamento del complesso immobiliare noto come
Villa Boldetti, composto da una palazzina sviluppata su due livelli, da un
vasto terreno circostante e da alcuni fabbricati in esso sparsi.
L’area
è delimitata dalla via Cattaneo e dalla via Trexenta e si estende per
complessivi mq. 14.000 circa di cui circa 500 mq. di coperto.
L’intero complesso è meritevole di recupero e di valorizzazione in quanto
è situato in una posizione centrale della città, ma soprattutto
rappresenta la struttura logistica migliore per l’ubicazione
dell’iniziativa in oggetto: l’incubatore specializzato
nell’erogazione dei servizi della new economy troverà ubicazione nel
piano terra del Palazzo Boldetti, in uno spazio complessivo di circa 175 mq.
Dal punto
di vista storico ed ambientale, l’immobile è situato in un ambito
fortemente caratterizzato dalla diffusa presenza di edifici del primo
Novecento, dal rilevante interesse architettonico e dal valore notevolmente
simbolico, trattandosi di costruzioni legate alle varie società minerarie
operanti in città. L’attuale via Roberto Cattaneo, ossia la strada che da
Iglesias conduce verso la costa occidentale ed il bacino minerario di
Monteponi e Gonnesa, costituì difatti a cavallo tra Ottocento e Novecento
una delle principali direttrici di sviluppo urbanistico della città.
La strada
si era sviluppata come una evoluzione naturale della via per le miniere ed
aveva il proprio punto d’origine nella medievale Porta Nuova. Lungo tale
via, di pari passo al progresso dell’industria estrattiva, andarono ben
presto insediandosi le principali società minerarie, costeggiando di
palazzine liberty e giardini coloniali ricchi di palme il lungo rettilineo.
Un’ampia
area estesa sino alla odierna via Deledda era invece proprietà dei Boldetti,
una delle famiglie più facoltose ed in vista della città di Iglesias, la
cui fortuna fu dovuta essenzialmente ai proficui commerci di legname indotti
dallo sviluppo dell’industria mineraria.
Negli anni
trenta del XX secolo la fortuna dei Boldetti era ormai in declino e buona
parte delle loro proprietà erano state assorbite dalle varie società
minerarie. Sfuggiva a questo destino la grande villa già residenza di
Giuseppe Boldetti e celebrata, sia per la qualità degli arredi che per le
finiture, come una delle residenze più lussuose dell’intero circondario.
Nel 1938,
l’Ente Principe di Piemonte – sorto nel gennaio 1930 come ente
assistenziale ai minatori iglesienti – acquistò l’edificio
dall’Istituto di Credito Agrario per la Sardegna per la somma di Lire
200.000, da pagarsi in rate annuali da Lire 25.000 con scadenza al novembre
di ogni anno. La struttura venne destinata a casa di riposo per minatori
pensionati con sale per la lettura, per il gioco e per l’ascolto della
radio. Inoltre, l’annesso parco di 14.000 mq venne suddiviso in
appezzamenti di 100 mq da assegnare a ciascun pensionato.
La Legge
Regionale n. 10 del 1987 soppresse tutti gli enti comunali di
assistenza, e tra questi l’Ente Comunale di Assitenza (Ente Principe di
Piemonte) di Iglesias, disponendo il passaggio di tutto il patrimonio alle
amministrazioni comunali di pertinenza. La struttura, già destinata
dall’Amministrazione Comunale ad ospitare nel tempo vari uffici tra cui
pure il comando della Polizia Municipale di Iglesias, venne da allora
sostanzialmente abbandonata a causa delle precarie condizioni di
manutenzione, per venire così occupata abusivamente: attualmente parte del
piano terra è destinato a deposito comunale, mentre il primo piano è
occupato abusivamente da alcuni senzatetto.
Da
documenti d’epoca dell’Ente Principe di Piemonte, si rileva come nel
1938 nella “villa Boldetti” si contassero diciotto vani, servizi
esclusi. Si deve ai lavori di adeguamento a casa di riposo la realizzazione
di nuovi vani e del prospetto interno, verso il giardino. L’edificio,
ampiamente rimaneggiato, conserva tuttoggi lo scalone in marmo di accesso al
primo piano e buona parte degli originari infissi a scorrimento, nonché
inferriate e ringhiere a decoro del prospetto che si apre sulla via Cattaneo.
È andata purtroppo perduta la veranda coperta e chiusa con vetri, un tempo
elemento di transizione tra la villa ed il giardino retrostante.
I lavori
di ristrutturazione in oggetto, oltre ad adattare alla nuova destinazione
l’immobile, ambiscono a ripristinare l’originario schema strutturale,
eliminando le superfetazioni che ne hanno corrotto il primo impianto. In
particolare, ci si riferisce alle strutture prospicenti il giardino,
realizzate sotto la gestione dell’Ente Principe di Piemonte, ed il cui
grave stato di degrado ne suggerisce la rimozione.
Descrizione
dei servizi dell’Incubatore di Imprese
Il
servizio che verrà offerto nel suo complesso ha un carattere esclusivo
nell’area di riferimento e rappresenta un servizio innovativo
nell’ambiente di riferimento.
L’organizzazione
aziendale è orientata a utilizzare le strutture a tempo pieno.
Gli
aspetti positivi che giocano a favore della struttura sono: la particolare
localizzazione centrale nella città di Iglesias, e la possibi1ità di
erogare servizi alle aziende locali ed alle potenziali imprese del
territorio regionale.
L’incubatore
erogherà a favore degli utenti una serie di servizi di Internet
Marketing per le aziende che decidono di rendersi visibili nella
rete.
L’incubatore
realizza:
§
siti web;
§
portali orizzontali e verticali;
§
soluzioni di commercio elettronico protette da Certificazioni
di Server Sicuro;
§
applicazioni in PHP ed ASP per la gestione di banche dati di
prodotti e servizi e per il confronto degli stessi;
§
sistemi real-time di prenotazione per strutture
ricettive;
§
sistemi editoriali di web publishing
tra
i servizi Web si segnalano i seguenti:
-
Registrazione
domini
-
Hosting
professionale
-
Housing
professionale
-
Creazione
pagine Web, inserimento nei motori di ricerca, creazione META Tags
-
Programmazione
software e banche dati on line in PHP e MySQL
-
Produzione
di “content manager” per la gestione di contenuti on line
-
Soluzioni
E-commerce
-
Supporto
aziendale
-
Grafica
Web
Nel
dettaglio i servizi erogati dall’incubatore sono fondamentalmente
destinati a diverse categorie di utenti e così riassunti:
-
LineaWeb per "Piccole aziende ed
imprese artigiane":
per
esempio: Commercianti, parrucchieri, estetisti, officine meccaniche,
impiantisti, imprese edili, imprese di autotrasporto.
-
Linea Web per le Aziende Turistiche.
-
Web Marketing
-
Azioni di “Web Opinion Management” (WOM):
monitoraggio di newsgroup, forum di discussione su web e mailing list di
interesse per il target selezionato;
-
Azioni di “Newsgroup Infiltration and Promotion” (NIP):
infiltrazione tramite alias nei luoghi di discussione con l’intento di
accreditare l’attività dell’utente;
-
Attività di “Link Campaign”:
ricerca di opportunità di partnership/gemellaggi, link, visibilità presso
siti di interesse per il target selezionato;
-
Sponsor Web:
Inserimento di banner pubblicitari per periodi determinati su siti dal
grande volume di accessi;
-
Attività di Posizionamento sui maggiori motori di ricerca.
PRESUPPOSTI
E MOTIVAZIONI
Analisi
della domanda
Ogni
anno in Italia vengono costituite quasi 300.000 nuove aziende. La maggior
parte di queste viene costituita sotto forma di ditta individuale, mentre
circa un terzo assume la forma di società di persone o di capitali. La
maggior parte delle imprese di nuova costituzione, tuttavia, fallisce prima
di aver raggiunto i cinque anni di vita. Ogni nuova impresa rappresenta una
battaglia a lungo termine e richiede ai suoi fondatori un impegno duro e
costante, comporta una serie lunghissima di rischi e di sfide alla
competenza e alle capacità dell’imprenditore.
E’
vero, la maggior parte delle nuove imprese fallisce nei primissimi anni di
vita. Tuttavia se si indaga un po’ più a fondo si scopre come la maggior
parte di questi fallimenti sia dovuta all’inadeguatezza del management,
alla mancanza di finanziamenti, al fatto che l’azienda non si sarebbe
nemmeno dovuta avviare, mancando completamente di un valido progetto
imprenditoriale. Un altro aspetto fondamentale che può determinare
l’incapacità di un’impresa a “stare sul mercato” è rappresentato
dall’inadeguatezza del management nell’implementare specifiche strategie
connesse all’uso della rete telematica, quale strumento finalizzato a
reperire nuovi clienti e a soddisfarne le richieste attraverso l’e-commerce.
I
servizi Internet erogati dall’incubatore si basano anche sull’e-commerce.
Il grafico sotto mostra lo sviluppo dell’e-commerce in Europa ed in
Italia. La statistica mostra la percentuale di aziende in Europa che
utilizzano Internet come mezzo per procurasi prodotti e servizi tramite
Internet.
(Fonte: IDC Italia, Milano)
Inoltre
prendiamo qualche dato del mercato Italiano dell’e-commerce in
considerazione. La tabella mostra la crescita di Business to Consumer,
Business to Business with end use, e Business to Business with process use,
dagli anni 1998 fino ad 2002.
Dal
grafico si vede che in Italia il nostro mercato è diviso tra cliente finale
come persona fisica, azienda che utilizza il servizio per se stessa (End Use),
azienda come rivenditore (Process Use). Tale mercato è in grande crescita e
ciò favorisce il nostro obiettivo.
(valori
indicati in Miliardi di Lire)
(Fonte: IDC Italia, Milano 12/2000)
Le
imprese stanno incominciando a prendere coscienza della nuova "sfida
commerciale", ma - aspetto più rilevante - la consultazione comincia
ad avere volumi significativi, grazie anche ad una più incisiva diffusione
del personal computer tra le famiglie e l'avvio di nuove forme di
connessione gratuita ad Internet (abbattendo uno dei vincoli
"italiani" relativi agli onerosi costi di consultazione).
L'electronic
commerce in Italia, sebbene in ritardo rispetto agli USA, sta cominciando a
prendere "sostanza" e sta cominciando a diventare realtà. Le
imprese hanno incominciato a sviluppare la loro presenza sul web promuovendo
o vendendo direttamente beni e servizi ai propri clienti, diversificandone
le modalità tradizionali.
Di
interesse sono le esperienze online di distributori di prodotti hardware e
software di beni di largo consumo, di prodotti finanziari (sia trading
online che home banking), di libri, dischi, prodotti dell’artigianato
artistico, prodotti agricoli biologici e servizi turistici di prenotazione
on line. Tutto ciò ovviamente supportato da un adeguato sviluppo delle
tecnologie di base in grado di garantire una "qualità e
sicurezza" in tutte le fasi della gestione della transazione online.
Dall'altro è forte l'azione delle istituzioni volta ad incentivare
l'introduzione di questo nuovo modello di business all'interno delle
imprese.
La
crescita delle transazioni online, analogamente a quanto è accaduto negli
Stati Uniti e nei paesi anglosassoni, sarà trainata dallo sviluppo delle
transazioni fra imprese (Business To Business) e, con le dovute attenzioni
per il mercato italiano, nello sviluppo delle transazioni verso il mercato
consumer (siano esse Business To Consumer o Consumer To Consumer). Oggi le
proporzioni gravitano intorno a 5:1 fra BtB e BtC.
Obiettivo
di tutti i players di questo mercato emergente (hardware e software, network
tlc, transazioni finanziarie, logistica, delivery) sarà quindi quello,
nell'immediato futuro, di sviluppare offerte coerenti ed infrastrutture
efficienti e dall'altro di sviluppare gruppi di acquisto
"consistenti", anche attraverso la costruzione e lo sviluppo di
portali o di comunità virtuali, in grado di generare audience e quindi
predisposizione all'acquisto.
L'approccio
da parte delle imprese alle soluzioni di e-commerce, in generale, passa
attraverso una selezione di opportunità che consentono di avviare il
processo di "telematizzazione" di alcune aree di attività del
proprio business.
L'introduzione
dell'e-business in azienda è dunque uno step importante per
l'organizzazione che si trova a dover effettuare scelte tecniche, che devono
essere quanto più possibile prossime alle esigenze della struttura.
Si
ritiene importante quindi affrontare il tema dell'offerta di soluzioni
e-commerce, con un primo approfondimento sulla catena di produzione del
valore dell'e-commerce, attraverso la specifica individuazione di attori e
funzioni.
Il
passaggio da modalità di vendita tradizionali a modalità elettroniche
attiva, all'interno delle Aziende, nuove forme di intermediazione. Si passa
da una catena di produzione del valore "fisica":
PRODUTTORE
>>> DISTRIBUTORE >>> GROSSISTA >>> DETTAGLIANTE
>>> CLIENTE
ad una
virtuale del tipo:
PRODUTTORE
>>> E-COMMERCE >>> CLIENTE
in cui la
casella E-COMMERCE deve essere ulteriormente dettagliata.
Sono
infatti diversi gli attori che, con vari ruoli, partecipano alle nuove forme
di intermediazione elettronica:
§
HardWare
and SoftWare Provider
§
TLC
Network Provider
§
Commerce
Service Provider
§
Servizi Finanziari
§
Servizi di logistica
§
E-Services
Da
qui nasce l’esigenza per le imprese di definire le strategie connesse
all’approccio “web” telematico da utilizzare per veicolare l’utente
finale. Queste strategie verranno di seguito definite in relazione alla
tipologia di utenza cui fa riferimento l’incubatore “new economy”.
LE
STRATEGIE
A
questo punto il quesito è: come l'azienda può attivare la propria attività
commerciale? Per chi ha deciso di lanciarsi nel business online il primo
dilemma da risolvere, dopo aver deciso cosa vendere, è se affrontare questa
avventura da solo o affidarsi ad un intermediario virtuale. Per molte
aziende, infatti, il problema principale consiste nel farsi conoscere e
visitare dai navigatori.
Nel
caso in cui si decida di mettersi "in proprio" è opportuno
rivolgersi ad un team di web designer che fornisca la consulenza tecnica e
la realizzazione grafica. Bisogna poi stipulare un accordo con una banca per
i pagamenti con carta di credito, nonché un contratto relativo alla
logistica, ovvero con uno spedizioniere specializzato in trasporti rapidi e
consegne a domicilio. Per chi invece sceglie la seconda strada, quella
dell'intermediazione, l'alternativa è cercare un Commerce Service Provider
che lo aiuti a realizzare il progetto fino alla messa in Rete.
Il
Commerce Service Provider è assimilabile al gestore di un centro
commerciale; permette all'azienda di esporre, vendere e incassare in modo
sicuro i propri prodotti e servizi; inserisce il motore di ricerca per
individuare immediatamente i prodotti presenti nel catalogo e la shopping
card per le ordinazioni; è dotato di adeguati sistemi di protezione (firewall)
e di POS virtuale.
In
pratica, un acquisto in Rete si svolge, nella maggior parte dei casi,
attraverso le seguenti fasi:
a)
il cliente effettua l'ordine e seleziona il pagamento con la carta di
credito;
b)
il Merchant Provider attiva il POS virtuale per ricevere in modalità
protetta gli estremi della carta di credito;
c)
la banca del venditore, collegata al Merchant Provider, utilizzando i
circuiti internazionali (Visa, Mastercard, ecc. ecc.) verifica la regolarità
della carta di credito e chiede alla banca dell'acquirente l'autorizzazione
al pagamento in tempo reale;
d)
la banca dell'acquirente restituisce subito l'esito alla banca del
venditore che ne da notizia, tramite il POS virtuale del Merchanat Provider,
sia al venditore che all'acquirente;
e)
a questo punto il venditore può spedire
la merce e viene accreditato di quanto dovuto dalla sua banca.
Riguardo
agli standard di sicurezza dei pagamenti, attualmente i più usati sono l'SSL,
il SET, e il Telepay.
Ma
è meglio... fare (soli) o comprare (accompagnati)?
Ovviamente
l'azienda deve effettuare delle scelte strategiche importanti, legate
prevalentemente a:
§
quale soluzione tecnologica adottare
§
quale dimensione dell'intervento
§
quale strategia (fare o comprare?)
§
quale integrazione con i sistemi aziendali esistenti
Una
buona parte delle decisioni sopra citate sono legate ovviamente alle
strategie aziendali in termini di sistemi informativi, di organizzazioni
commerciali, di equilibri fra fisico e virtuale, ecc.
È
possibile comunque stabilire alcune regole generali, che possono guidare
l'azienda nella definizione di un percorso "elettronico". Queste
sono di seguito evidenziate:
Caso A.
L'azienda ha una forte immagine di marca (brand image), è monopolistica, ha
un prodotto noto e standardizzato, ha una presenza capillare sul mercato, ha
già avuto esperienze di vendita a distanza, gestisce forme di pagamento
elettroniche, dispone di un sistema di delivery già consolidato. La
soluzione più congeniale per questo tipo di aziende è il "make",
ovvero gestire in prima persona la creazione di un canale di vendita
virtuale, alternativo ma parallelo a quello tradizionale, sulla base di
un'esperienza che presenta caratteristiche che ben si conciliano con la
vendita on line.
Caso
B. L'azienda ha prodotti non noti, un'immagine di marca non competitiva
(non è leader), l'organizzazione aziendale non è fortemente predisposta
alla vendita a distanza... ma si ritiene che l'iniziativa di e-commerce sia
coerente e possa portare un incremento di business. In questo caso la
soluzione più opportuna per questo tipo di azienda è la cosiddetta "buy".
Infatti la possibilità di usufruire dell'outsourcing della tecnologia e
della gestione della catena della vendita on line è un modo accettabile e
semplice di avvicinarsi al commercio elettronico. Questo vale, in
particolare, per tutte le piccole aziende produttrici, a qualsiasi categoria
merceologica esse appartengano, che oggi, con mezzi tradizionali, riescono a
fatica a contattare i clienti in un bacino poco più che regionale. In
cambio di un investimento modesto possono ottenere un'opportunità di
immagine e di crescita potenziale molto elevata.
In
cosa si distinguono le due soluzioni con riferimento al supporto che può
essere portato avanti dall’incubatore “New economy”? Nel primo
caso - make -, l'azienda che si rivolge all’incubatore, delegando gli
aspetti legati all'hosting ed all'erogazione, svilupperà in proprio le
applicazioni di e-commerce, sviluppando le interazioni con le legacy
aziendali e preoccupandosi di sviluppare la propria presenza online in prima
persona. È evidente che lo sviluppo di un'attività del genere comporta
grossi investimenti di sviluppo e personalizzazione di applicativi quali
quelli di IBM, Compaq, Microsoft o Netscape.
Le
scelte "buy" di contro sono più coerenti con iniziative di
e-commerce di minor respiro, più strettamente legate alla realtà sarda:
gli investimenti sono limitati, così come sarà limitata la visibilità. In
questo caso si tratta di soluzioni "condivise", e cioè si ritiene
più opportuno e meno rischioso optare per una "vetrina"
all'interno di un centro commerciale. Questa soluzione da un lato consente
all'azienda di essere online con la propria offerta senza grossi
investimenti e, dall'altro, di trarre benefici dal reperimento dell'audience
(vale a dire potenziali acquirenti) che genererebbero il centro commerciale
(detto anche portale commerciale o mall). Altri vantaggi sono legati alla
centralizzazione della gestione dell'ordine e della possibilità di
appoggiarsi a soluzioni di delivery e di gestione della transazione
finanziaria a livello centralizzato. Il centro Commerciale verrebbe
naturalmente realizzato all’interno dell’incubatore, per mezzo
dell’assistenza dei professionisti del web in esso operanti. Una soluzione
intermedia è quella della costruzione del proprio negozio, con una propria
identità (quindi con una url individuabile) e che aiuti a non disperdere il
marchio aziendale all'interno di un portale con centinaia di offerte.
In
questo caso l'azienda si preoccupa di implementare il proprio sito Internet
all’interno dell’incubatore e di gestire in maniera autonoma tutte le
fasi di back office dell'ordine (dalla transazione finanziaria alla
consegna), appoggiandosi all’incubatore per le funzioni tecnologiche di
acquisizione dell'ordine stesso (la cosiddetta gestione del carrello).
Un
esempio in cui questa soluzione può essere considerata la più coerente è
quello della vendita di prodotti tipici, in cui il venditore può
controllare facilmente tutte le fasi del trattamento ed evasione
dell'ordine, dispone di un magazzino centralizzato (possibilmente vicino al
luogo di produzione), di un prodotto "facilmente" vendibile online,
noto e richiesto da mercati "lontani" ed ha l'esigenza di
acquisire solo la features tecnologica.
Quindi,
in sintesi, si può affermare che la scelta del "make" è legata a
situazioni consolidate e di ampia portata, la soluzione "buy" è
legata ad offerte di più piccola intensità e con una limitata notorietà e
visibilità sulla rete. La soluzione intermedia è quella più applicabile
per quei prodotti o aziende che non hanno una dimensione tale da soluzione
"make" ma hanno una adeguata potenzialità.
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