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Regione
Autonoma della Sardegna
POR
Sardegna 2000 - 2006
Misura
5.1 - sottomisura 5.1.2
Progetto
integrato per la riqualificazione ed il recupero del centro storico di
Iglesias
RELAZIONE
GENERALE PROGETTO INTEGRATO
Febbraio
2003
IL
PROGETTO INTEGRATO
Il
centro storico di Iglesias rappresenta un contesto urbano di notevole valore
culturale, un luogo nel quale si riassume, nell’articolazione del tessuto
urbanistico, l’arte, l’architettura, le tradizioni popolari, la memoria
storica di un popolo: gli esiti cioè di oltre otto secoli di storia che
ebbero origine con la nascita del primo nucleo medievale fortificato e che
si svolsero con sostanziale continuità fino alla città moderna.
Per
le sue caratteristiche e peculiarità il centro storico del Comune di
Iglesias assume, pertanto, a pieno titolo il valore di un “bene
culturale” ed il progetto integrato qui proposto, volto alla sua
riqualificazione e valorizzazione, assume valenze che vanno oltre il
concetto stesso di bene culturale.
L’attenzione
si sposta, infatti, dal bene in sé, alla funzione che esso esprime come
occasione per sviluppare nuove attività produttive, per diffondere nuove
tecniche, competenze e specializzazioni, per creare una nuova e più
qualificata occupazione.
I
beni culturali oggetto della presente relazione sono stati intesi anche come
risorsa per creare impresa e sviluppo del territorio.
Con
queste affermazioni, non si intende dare una visione strumentale della
cultura: il patrimonio culturale partecipa allo sviluppo di un’area,
proprio in quanto autonoma dimensione della vita di una società locale, non
solo, quindi, poiché produce più occupati o attrae più turisti, ma in
particolare poiché apporta il suo contributo insostituibile alla vita di un
territorio, ovvero al suo “capitale sociale”.
La
cultura e le sue manifestazioni rappresentano un bene collettivo che
concorre a costruire la memoria di un luogo, solidifica i vincoli che legano
la comunità al suo interno e con il territorio e di conseguenza ne migliora
la qualità della vita.
Per
quanto sia possibile ricercare sinergie fra beni culturali e mercato, una
parte consistente del patrimonio culturale andrà, comunque, sempre
considerato come “bene pubblico”, che non può essere gestito senza
l’apporto di finanziamenti pubblici.
Queste
considerazioni, di ordine generale, sono alla base della presente proposta
progettuale e rappresentano il riferimento concettuale di base che ha
orientato l’azione degli amministratori del Comune di Iglesias, portandoli
a misurarsi con le “potenzialità di sviluppo” dei beni che
costituiscono il patrimonio culturale della loro comunità.
I
limiti dell’attuale offerta culturale
Le
analisi condotte sul territorio del Sulcis-Iglesiente, oltre alle valenze
del centro storico di Iglesias, mettono in evidenza una ricchezza notevole
di emergenze culturali, storiche e artistiche, di archeologia mineraria e di
dotazioni di tipo ambientale e naturalistico.
Tale
patrimonio, tuttavia, ad oggi, nonostante abbia ricevuto grande attenzione
nei principali documenti della programmazione regionale, sia stato oggetto
di provvedimenti legislativi nazionali, con la formale istituzione del parco
geominerario, storico e ambientale della Sardegna, anche a seguito del
prestigioso riconoscimento internazionale dell’UNESCO, non ha ancora
acquisito le caratteristiche tipiche di quei “grandi attrattori” che
sono in grado di richiamare grandi flussi di visitatori, dall’Italia e
dall’estero.
La
attuale capacità di attrazione degli elementi del patrimonio storico,
culturale è ambientale del sulcis-iglesiente, non solo è
tendenzialmente limitata, ma, senza adeguati interventi, potrebbe essere
destinata ad ulteriori cali.
Appare
del tutto evidente che nessuna delle istituzioni culturali locali, per
quanto pregevole, ha, da sola, la capacità di produrre la massa critica di
utenti indispensabile per una gestione sostenibile, in grado, non solo di
assicurare la “sopravvivenza” del bene, ma soprattutto lo sviluppo di
iniziative e di proposte significative per lo sviluppo del territorio, che
implicano il dispiego di risorse – finanziarie, umane, tecnologiche,
organizzative – certamente al di fuori della portata delle singole
istituzioni culturali locali.
Anche
la situazione delle risorse ambientali e minerarie ed in particolare
l’offerta esistente legata alle potenziali della costa, dello stesso parco
geominerario e delle aree naturali-protette del territorio (Nebida, il Parco
del Marganai, i villaggi minerari), stentano a decollare e sono tutt’altro
che immune dai rischi operativi, sopra richiamati,
che derivano dall’analisi dell’offerta culturale.
In
altre parole, i beni culturali e i beni ambientali del territorio del
sulcis-iglesiente, individualmente considerati, sono oggi attrattori deboli,
sia nei confronti dell’utenza locale e regionale, sia nei confronti di
quella extra-regionale.
L’idea
forza del progetto integrato
Una
situazione come quella delineata può essere contrastata in modo
significativo applicando una metodologia di sviluppo fondata sulla messa in
rete dei beni territoriali e culturali, in vista di una integrazione
dell’offerta (fra beni culturali diversi; fra beni ambientali; fra beni
culturali e beni ambientali), che, salvaguardando le specificità e le
tipicità di ogni elemento, consenta, tanto agli operatori, quanto agli
utenti, di condividere i benefici di una gestione coordinata e sistemica.
E’
questa, in estrema sintesi, la filosofia di fondo e l’idea forza che
caratterizza la presente proposta progettuale.
Grazie
all’utilizzo integrato delle misure del POR Sardegna, l’Amministrazione
comunale di Iglesias intende realizzare il primo nucleo portante di un
moderno distretto culturale, così come lo stesso e stato sperimentato con
successo a livello nazionale e internazionale in contesti similari.
E’
con queste finalità che, in contesti similari a livello nazionale ed
internazionale, sono già state realizzate esperienze concrete di raccordo
ed integrazione fra i beni culturali e lo sviluppo locale; questo rapporto
ha assunto un aspetto fondamentale per la valorizzazione dei territori
interessati, creando le condizioni per la nascita di nuove attività di
impresa e attivando nuovi canali di occupazione diretta ed indiretta.
Entro
tale prospettiva, il Comune di Iglesias ha da tempo avviato una serie di
azioni nell'ottica di promuovere politiche di sviluppo territoriale basate,
da una parte, su attività di conservazione, restauro e valorizzazione del
patrimonio culturale e immobiliare, e dall'altra parte, su attività di
gestione dello stesso patrimonio e di promozione delle iniziative culturali
e di spettacolo, attraverso una serie di servizi tesi ad ampliare l'offerta
a favore dei residenti e dei turisti.
La
presente proposta si inquadra, pertanto, entro questa politica di interventi
già avviata dall’Amministrazione comunale e finalizzata ad integrare,
nelle strategie e nelle politiche di pianificazione e sviluppo territoriale,
i progetti di valorizzazione del proprio patrimonio culturale, minerario,
ambientale e naturalistico con le attività economiche e sociali ad esso
direttamente ed indirettamente collegabili.
Nel
caso specifico, la presente proposta di interventi di valorizzazione del
patrimonio storico e culturale della città, ed in particolare del suo
centro storico, rappresenta un sotto-insieme specifico ed integrato
strettamente interrelato entro il più ampio progetto di sviluppo del
territorio fondato sul concetto di distretto culturale e turistico e sulla
combinazione dei fattori culturali con quelli legati alle attività
produttive tipiche, ai servizi del terziario tradizionale (commercio,
artigianato artistico) ed avanzato (ITC, informatica, telematica..), ai
collegati impianti e strutture della ricettività e dei servizi turistici
complementari.
Obiettivi
generali del progetto integrato
La
progressiva chiusura dell’industria estrattiva e di trattamento dei
minerali nell'area del sulcis-Iglesiente e la conseguente messa in
liquidazione e “riconversione” delle Società minerarie, che avevano
gestito la parte residuale di tali attività, ha lasciato in eredità al
territorio grandi disastri di natura economico-sociale ed ambientale, ma
anche un patrimonio di storia industriale, unico nel suo genere, sia per
dimensioni ed estensione, che per il suo oggettivo valore storico e
culturale.
Questo
patrimonio è costituito, da un lato, da strutture minerarie e impianti di
notevoli dimensione e, dall’altro lato, da un gran numero di proprietà
immobiliari, costituite da interi villaggi di minatori, da edifici
industriali e prestigiosi edifici ad uso civile, caratterizzati da uno stile
architettonico che in qualche modo le accomuna in un’unica matrice,
malgrado l’ampia dispersione sul territorio.
Spesso
scavi, impianti e insediamenti sorgono isolati e lontani dal contesto
urbano, ma talvolta, e le miniere di Monteponi ne sono un esempio, sono a
diretto contatto con i centri abitati, come loro ultima propaggine.
L’attaccamento
alla loro storia e alle loro tradizioni, dimostrata in tante circostanze dai
minatori e dalle popolazioni, che sempre li hanno sostenuti, hanno trovato
nel recente passato l’interessamento delle Istituzioni pubbliche a livello
nazionale, regionale e locale
Come
detto, le con particolare riferimento alle misure del POR Sardegna,
l’Amministrazione comunale di Iglesias ha avviato un programma articolato
di valorizzazione della città e del suo territorio, seguendo un approccio
di sistema che con il presente progetto si intende potenziare, portando a
completamento una serie di interventi di recupero e riqualificazione del
centro storico, quale nodo essenziale della rete del distretto culturale che
si intende realizzare.
La
realizzazione di un distretto culturale ha l’obiettivo, da un lato, di
rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di
“cultura” e, dall’altro lato, facendo
interagire le diverse componenti che lo costituiscono, di ottimizzare, su
scala locale, i suoi impatti economici e sociali.
La
realizzazione di un distretto culturale presuppone la presenza significativa
di “una regia” capace, sia di valorizzare le risorse culturali, che di
raffinare i prodotti risultanti dal processo di valorizzazione, in altri
termini, che sia capace di guidare il processo di sviluppo messo in atto.
Il
distretto culturale può essere più specificamente definito come un sistema
reticolare, spazialmente delimitato, il cui nodo centrale è costituito dal
processo di valorizzazione dei beni culturali (il centro storico medioevale,
i compendi di archeologia mineraria e industriale, la rete museale…) che
lega a sé altri elementi propulsivi, rappresentati: dai processi di
valorizzazione delle altre risorse del territorio (i beni ambientali, le
manifestazioni culturali ed i prodotti della cultura materiale ed
immateriale del territorio, ecc.); dalle infrastrutture territoriali
(servizi di trasporto, per il tempo libero, ecc.); dai servizi di
accoglienza e dall’insieme delle imprese la cui attività è direttamente
collegata al processo di valorizzazione dei beni culturali.
Ogni
singolo nodo appartenente al distretto deve, perciò, essere direttamente
connesso al processo di valorizzazione dei beni culturali, ma può essere
connesso anche con uno o più degli altri nodi della rete. Evidentemente,
maggiori sono le interconnessioni, ovvero più integrato è il distretto, e
maggiori saranno gli impatti economici che sarà possibile generare.
Le
relazioni che connettono i singoli nodi con il processo di valorizzazione
sono costituite da flussi che possono assumere varia natura. Lo scambio tra
processo di valorizzazione e nodi può, infatti, riguardare: informazioni,
valori, prodotti, materie prime, semilavorati, tecnologie, servizi
lavorativi, ecc.
Più
specificamente, fanno parte del distretto culturale:
-
i beni
culturali che, singolarmente o “a sistema”, sono oggetto del processo di
valorizzazione;
-
le altre
risorse del territorio (dal patrimonio storico ed ambientale a tutte le
espressioni della sua cultura) che possono sostenere l’offerta del
processo di valorizzazione in atto: i beni ambientali del territorio
(riserve e parchi naturali, giardini storici, ecc.); le espressioni della
sua cultura materiale ed immateriale (feste, gastronomia, ecc.); i prodotti
tipici della sua industria agroalimentare (vini, formaggi, ecc.) e la stessa
produzione di eventi (festival, mostre, ecc.);
-
le imprese
che, indipendentemente dal settore di appartenenza, sono: fornitrici, a
monte, degli input richiesti dal processo di valorizzazione (per esempio, le
imprese utilizzate negli scavi di un sito archeologico, nel restauro di un
quadro e di un monumento, per l’offerta di servizi di guida al
visitatore); fornitrici degli ulteriori servizi che possono essere
necessari per poter fruire direttamente dei prodotti del processo di
valorizzazione (per esempio, i servizi di accoglienza offerti
dall’industria turistica al fruitore non residente);
utilizzatrici, a valle, nei loro processi produttivi degli output del
processo di valorizzazione dei beni culturali (per esempio, le imprese
multimediali che possono utilizzare come input i risultati di una campagna
di scavo o di un restauro o di una mostra);
-
le
infrastrutture territoriali necessarie per attivare il processo di
valorizzazione o per rendere fruibili al visitatore i prodotti di questo
processo (servizi di accessibilità, servizi di rete, ecc.);
-
le altre
dotazioni territoriali (teatri, impianti sportivi, ecc.) i cui livelli di
attività possono essere sostenuti da quelli del processo di valorizzazione
dei beni culturali e viceversa.
Il
distretto culturale dovrà essere “governato” ovvero gestito da una
sorta di “agenzia di sviluppo” che si organizzerà attorno alla risorsa
più pregiata da valorizzare, sia in termini di offerta, sia in relazione
alle domande potenziali che sarà possibile attrarre (domanda di beni
culturali, prodotti tipici, eventi, spettacoli dal vivo, ecc.), e opererà
per realizzare i seguenti obiettivi di fondo: il coordinamento delle
politiche di marketing e comunicazione; l’allineamento a standard minimi
di servizio al pubblico; il coordinamento delle attività del distretto
anche in funzione delle proprie esigenze economiche di
autofinanziamento.
Il
sistema dei beni e valori culturali nella sua unitarietà e con le
connessioni che legano le sue diverse componenti deve poi aprirsi
all’esterno ed interagire con il suo “ambiente”, ossia con il contesto
(economico e sociale) territoriale cui appartiene e con le sue regole, poiché
l’ambiente economico e sociale è in grado di influire sul sistema ed è,
a sua volta, suscettibile di essere modificato dal funzionamento del sistema
stesso.
Quest’ultimo,
quindi, deve essere nelle condizioni di porre in essere e/o rafforzare le
relazioni fra il comparto dei beni culturali ed altri settori economici,
entrando in contatto con una pluralità di soggetti istituzionali locali,
università, enti pubblici e centri privati di ricerca, società di
consulenza, fornitori di tecnologie, ecc.
La
gestione sistemica delle risorse, in forma di distretto culturale, è
impegnativa, perché i nodi del distretto sono beni appartenenti a filiere
produttive riconducibili a settori economici diversi, ciascuno dotato di sue
regole, formali e non, ed interagente con i propri referenti, caratterizzati
a loro volta da specifici interlocutori (pubblici e privati), sistemi di
preferenza e di scelta e modi di relazionarsi.
Entro
questo quadro di riferimento, attraverso la presente proposta progettuale di
riqualificazione e recupero del centro storico di Iglesias, integrata entro
il più ampio progetto di creazione del distretto culturale, ambientale e
turistico, più sopra illustrata, l’Amministrazione comunale di Iglesias,
si propone:
-
di
realizzare un interesse della collettività, regionale ed extra-regionale, a
fruire dei valori culturali espressi dal proprio patrimonio
storico-minerario e monumentale;
-
di
estendere progressivamente il valore culturale del proprio patrimonio
storico-minerario anche ad altre attività di interesse culturale e
turistico, di carattere scientifico, di natura economica ed imprenditoriale.
Obiettivi
specifici del progetto integrato
Il
centro storico di Iglesias, coincidente con il perimetro della città murata
e le sue immediate adiacenze, rappresenta, come detto, un contesto urbano di
notevole valore culturale, un luogo nel quale si riassume,
nell’articolazione del tessuto urbanistico, l’arte, l’architettura, le
tradizioni popolari, ecc…; gli esiti cioè di oltre otto secoli di storia
che ebbero origine con la nascita del primo nucleo medievale fortificato e
che si svolsero con sostanziale continuità fino alla città moderna.
Il
centro storico di Iglesias peraltro, collocandosi geograficamente in un
contesto di grande valenza ambientale, rappresenta anche quell’elemento di
cerniera che raccoglie e sintetizza il senso e il valore del territorio
iglesiente: dei paesaggi montuosi e boschivi del Marganai-Oridda, dei
paesaggi costieri e paleogeologici, dei paesaggi agrari della valle del
Cixerri, delle infinite testimonianze archeologiche, storiche e minerarie
che rappresentano il tessuto connettivo e la forma stessa di quel
territorio.
Il
senso e il valore di questo centro storico soprattutto nella sua specificità
storica, geografica e antropologica che riesce a raccogliere e coagulare
suggestioni molto diverse che convivono fin dall’inizio rinnovandosi di
continuo anche se oggi ignoriamo gran parte delle rispettive valenze e
interrelazioni.
Nonostante
taluni episodi urbanistici ed edilizi relativamente recenti che appaiono
dissonanti rispetto a questo lungo itinerario di tradizioni locali, il
tessuto urbano storicizzato di Iglesias è ancora ampiamente riconoscibile
ed è comunque documentato da un imponente materiale archivistico,
iconografico e bibliografico che è in buona parte già esplorato ma non
sufficientemente valorizzato e divulgato.
Lo
sviluppo urbanistico della città svoltosi in prevalenza, come altrove, tra
gli anni Cinquanta e Ottanta, si concentrò soprattutto lungo le direttrici
di sviluppo delineate in epoca tardo ottocentesca e con la realizzazione di
quartieri periferici tuttora carenti di servizi e privi di qualità
edilizia. Il contesto del centro storico, ignorato quasi del tutto in quei
decenni, subì un lungo periodo di abbandono e di degrado per effetto della
carente manutenzione, ma non fu alterato da rilevanti interventi edilizi di
alterazione e sostituzione del tessuto preesistente.
A
partire dagli anni Ottanta si è assistito da una sempre più rapida
inversione di tendenza che, sostenuta dai primi investimenti pubblici per la
riqualificazione urbana, ha riavvicinato gli abitanti al centro storico che,
da allora in poi, hanno manifestato una crescente domanda di qualità delle
infrastrutture e dei servizi accompagnata dall’esigenza di recuperare la
memoria storica della città attraverso le sue architetture, i suoi spazi di
relazione, le sue tradizioni popolari.
Il
“Progetto integrato per la riqualificazione e il recupero del centro
storico di Iglesias” si colloca in una fase critica di questo processo di
sviluppo della città storica, un processo ancora incompleto che attende un
grande sforzo progettuale e le necessarie risorse e che, attraverso la
conoscenza dei suoi valori, ne propone il recupero e la restituzione alla
collettività.
Un
intervento che attraverso un coinvolgimento di tutti gli attori e
destinatari del processo e un’accurata attività di valorizzazione e
promozione della risorsa non deve dimenticare quello specifico ruolo del
centro antico che abbiamo sin qui definito di “cerniera” e di sintesi di
tutte le valenze culturali presenti nel territorio.
A
differenza di molti altri centri storici della Sardegna, soprattutto
limitrofi al mare, il centro storico di Iglesias non fu mai sottoposto
integralmente a vincolo paesaggistico ai sensi della soppressa L. 1497/39
(oggi D.Lgs 490/99), ad eccezione di un piccolo ambito urbano che incorpora
gran parte della residua cinta muraria a settentrione della città e il
soprastante colle di Buoncammino. Tale vincolo fu imposto dalla competente
Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Cagliari e Oristano con D.M
del 14.10.1961
Sotto
il profilo urbanistico invece, l’Amministrazione Comunale, secondo le
previsioni del vigente PRG, fece redigere un Piano Particolareggiato del
centro storico (a suo tempo identificato come “zona A “ nel P.R.G.) che
fu approvato e poi modificato con una successiva variante e tuttora vigente.
Il
censimento dei beni culturali e ambientali del territorio di Iglesias, e in
particolare del suo centro storico, fu realizzato dalla competente
Soprintendenza ai B.A.A.A.S di Cagliari nella prima metà degli anni Ottanta
con una completa campagna di rilevamenti e ricerche storiografiche e sul
campo che evidenziò una straordinaria qualità del tessuto edilizio storico
e una molteplicità di episodi di rilevante interesse artistico,
architettonico, etnografico e archeologico. Il lavoro realizzato secondo le
specifiche nazionali dell’ I.C.C.D. del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, è depositato presso gli uffici della stessa Soprintendenza a
disposizione del pubblico.Il sistema della tutela previsto dalla L. 1089/39
(oggi D.Lgs. 490/99), si applica all’intera articolazione di edifici
pubblici realizzati da almeno cinquanta anni e coinvolge di fatto l’intero
patrimonio monumentale che è in gran parte di proprietà comunale ed
ecclesistico.
Per
la realizzazione di qualsiasi intervento su tali edifici il proprietario
richiede una specifica autorizzazione alla competente Soprintendenza che
viene rilasciata previa verifica della compatibilità della proposta
progettaule con le esigenze della conservazione.
Il
complessivo sistema della pianificazione attuativa e delle tutele previste
dalla vigente normativa per la conservazione dei valori storico-ambientali
del centro storico di Iglesias è del tutto inadeguato ad assicurare un’
efficace attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio
culturale.
I
difetti del sistema esistente si possono così riassumere:
-
dispersione
delle competenze tra una pluralità di enti che svolgono funzioni diverse
sullo stesso patrimonio senza un effettivo raccordo operativo;
-
scarsa
efficacia della pianificazione attuativa vigente derivante dai limiti di una
serie di prescrizioni eccessivamente ancorate a problemi quantitativi e poco
attenta alla qualità delle proposte progettuali per il recupero
dell’edilizia privata;
-
assenza di
strumenti di programmazione, gestione e controllo del territorio
tecnologicamente avanzati e idonei ad attivare le necessarie sinergie tra le
diverse azioni pubbliche (opere pubbliche puntuali, reti di servizio,
destinazioni d’uso, gestione dei rifiuti, ecc…) e private;
-
inadeguata
attività di promozione e valorizzazione dei valori culturali del centro
storico da utilizzare sia per la sensibilizzazione ambientale degli abitanti
e degli operatori economici, sia per l’attrazione dei flussi turistici,
didattici, ecc…
Il
progetto qui proposto, centrato sull’idea forza della “riqualificazione
urbana integrata” prevede la realizzazione di una serie di interventi di
recupero ambientale e architettonico di un parte significativa del centro
storico con iniziative orientate alla conservazione del sistema di valori
della città antica in un’ottica di stretto raccordo e coerenza con gli
obiettivi sopra indicati e con le iniziative già programmate e avviate
dall’Amministrazione comunale nella medesima direzione.
Gli
interventi per i quali si chiede il contributo a valere sulla Misura 5.1 si
possono riassumere nelle seguenti due tipologie:
Riqualificazione
di spazi urbani di interesse storico e ambientale
Le
tipologie di intervento proposte ai fini del recupero degli spazi urbani
della storia e della tradizione locale sono numerose e integrate in una
logica di valorizzazione delle risorse culturali esistenti nel rispetto dei
loro contenuti e significati storici; esse e possono essere identificate
secondo le seguenti modalità di intervento:
-
sistemazione
a verde pubblico di aree di particolare pregio ambientale in particolare in
aderenza alle mura medievali, per le quali è prevista, con altre risorse (PIT
Ca2, Città Regie), un’azione recupero ad ampio raggio;
-
illuminazione
pubblica d’accento per i contesti monumentali di grande rilevanza storico
culturale: monumenti, fontane, portici, piazze, intesi come luoghi simbolo
della cultura urbana di Iglesias
-
riqualificazione
del settore urbano compreso tra via Canelles, vico Mercatovecchio, via
Cavour per il quale si prevede il completo rifacimento delle pavimentazioni
stradali e dei sottoservizi, utilizzando criteri costruttivi e materiali
della tradizione locale in continuità con le analoghe iniziative già
avviate dall’Amministrazione;
-
rifacimento
dell’intero sistema dell’arredo urbano compresa la segnaletica
monumentale, la toponomastica, le insegne, ecc…
-
realizzazione
di un ampio parcheggio interrato da ubicare nelle immediate adiacenze del
centro storico in raccordo funzionale con un centro intermodale nell’area
della stazione ferroviaria.
Recupero
e adeguamento funzionale di edifici
Si
prevede in particolare il recupero e l’adeguamento funzionale di due
edifici da destinare a nuovi usi coerenti con le esigenze di servizio a
livello distrettuale.
Gli
edifici interessati dal progetto, e le relative aree di pertinenza, sono i
seguenti:
Tali
edifici, entrambi in precario stato di conservazione, hanno di fatto perduto
l’originaria destinazione d’uso ma sono inseriti in un contesto di
assoluta centralità urbana. Le nuove destinazioni d’uso proposte,
recuperando sotto il profilo ambientale due contenitori in stato di degrado
formale e riqualificandoli con nuove funzioni rare, contribuiscono a
migliorare il contesto urbano anche in quanto potenziali attrattori di
investimenti privati di contesto.
Quadro
di riferimento del Progetto integrato
Inquadramento
e coerenza rispetto al POR Sardegna
Il
progetto proposto risulta
coerente:
-
con gli
obiettivi globali dell’asse V CITTÀ tesi a migliorare la qualità del
sistema urbano della Sardegna attraverso la definizione del ruolo delle città
nel loro contesto, aumentando la competitività e la produttività
strutturale dei sistemi economici territoriali, riqualificare lo stesso
contesto urbano con particolare attenzione per gli aspetti ambientali.
-
con gli
obiettivi specifici della misura 5.1, riguardanti:
-
il
rafforzamento delle potenzialità dei centri urbani come luogo di attrazione
di funzioni e servizi specializzati o come luoghi di connessione e di
servizio per i processi di sviluppo del territorio;
-
la
fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini, sia per
l'accrescimento della competitività dei sistemi urbani sia per il
rafforzamento della coesione sociale; il miglioramento della qualità della
vita nelle aree urbane;
-
la
riqualificazione, il rinnovo e rifunzionalizzazione del tessuto edilizio
urbano, nel rispetto delle tradizioni culturali e storiche con particolare
attenzione al recupero dei centri storici con, tramite investimenti che
incrementino la dotazione delle infrastrutture di servizio pubblico e di
interesse pubblico per le imprese, per le famiglie dell'area vasta di
gravitazione del polo urbano, per i turisti;
-
il
recupero e la riqualificazione delle infrastrutture, dei servizi pubblici e
delle funzioni urbane a sostegno del territorio diffuso, di potenziamento
dei servizi a valenza strategica, soprattutto quelli a diretto servizio di
distretti produttivi e culturali facenti riferimento al centro stesso:
-
l’adeguamento
dei servizi di quartiere in modo da incentivare il dinamismo dei sistemi
produttivi locali.
La
tipologia degli strumenti di intervento è inoltre coerente con quanto
previsto dal POR Sardegna 2000-2006 e segnatamente dalla sottomisura 5.1.2.
La tipologia degli interventi previsti riguarda, infatti operazioni
strategiche di riorganizzazione urbana del centro storico.
La
tipologia degli strumenti di intervento del progetto proposto risulta,
infatti, coerente con quanto previsto dalla sottomisura 5.1.2. con
riferimento alle operazioni finalizzate a promuovere e sostenere politiche
di riqualificazione dei centri storici, con lo scopo di incrementare la
dotazione delle infrastrutture di servizio pubblico e di interesse pubblico;
il progetto proposto prevede in particolare il recupero
e la riqualificazione di strutture urbane a sostegno del territorio diffuso,
il potenziamento di servizi a valenza strategica (quelli del distretto
culturale) in modo da incentivare il dinamismo del sistema produttivo
locale.
Inquadramento
e coerenza rispetto al PIT
Per
le argomentazioni sopra richiamate, appare evidente come gli interventi
della presente proposta si caratterizzino per un elevato livello di
integrazione con altri Assi e Misure del POR Sardegna 2000-2006.
Al
proposito, come richiesto dal bando, si sottolinea che l’intervento
proposto di riqualificazione e il recupero del centro storico di Iglesias,
risulta del tutto coerente con l’idea forza del PIT denominato CA2
sulcis-iglesiente, ricadente nella Provincia di Cagliari e di specifico
riferimento per il territorio del Comune di Iglesias.
L’idea
forza del PIT denominato CA2 sulcis-iglesiente può essere così
sintetizzata: “sviluppare un sistema turistico integrato e di servizi,
attraverso il recupero ambientale delle aree minerarie dismesse, il
rafforzamento del contesto urbano e rurale, il miglioramento della
funzionalità dei servizi e delle infrastrutture primarie, in un’ottica di
potenziamento e di crescita del tessuto imprenditoriale che valorizzi anche
le risorse agroalimentari e di filiera”.
L’idea
guida della presente proposta è strettamente legata agli ambiti
territoriali e tematici di riferimento del PIT CA2 e delinea una precisa
strategia di sviluppo che prefigura un radicale mutamento nelle modalità di
utilizzo delle risorse economiche e sociali e culturali del territorio,
creando evidenti discontinuità nel processo di sviluppo e incidendo sulle
variabili di rottura del sistema così come previsto dal punto 2.2 del QCS.
Il
PIT in argomento è stato già approvato con DGR 41/38 del 27.11.2001 e,
pertanto, come previsto dal bando, gli interventi previsti a valere sulla
misura 5.1 in argomento, potranno costituire operazioni di ottimizzazione di
un PIT approvato, così come disciplinato, da ultimo, dalla Delibera di GR
39/24 del 10.12.2002.
Correlazione
con interventi attuati con altre misure del POR
Come
detto, la presente proposta risulta inserita entro un quadro di riferimento
programmatico più ampio e trova aspetti di raccordo ed integrazione
funzionale con particolare riferimento ad altri Assi e Misure del POR
Sardegna 2000-2006.
In
termini generali l’insieme delle iniziative avviate e/o programmate
dall’Amministrazione comunale di Iglesias e facenti parte di questo quadro
più ampio di riferimento rispondono alla seguente idea forza.
“Il
patrimonio culturale e monumentale di Iglesias, l’offerta ambientale e
naturalistica (la costa, l’entroterra, gli itinerari della storia
mineraria..) - se integrati entro un sistema caratterizzato: da
infrastrutture, impianti e servizi adeguati per la ricettività turistica,
la promozione culturale, lo svago, l’intrattenimento; da attività
economiche tipiche e del terziario tradizionale e avanzato (commercio,
artigianato artistico, agroalimentare, enogastronomia, telematica e
multimedialità); da un centro storico riqualificato e valorizzato -
consentirebbero di creare un distretto culturale che rappresenterebbe un
volano di sviluppo economico e sociale, invano ricercato in cinquanta anni
di contraddittorie politiche
industriali”.
Un
distretto culturale è un sistema, territorialmente delimitato, di
relazioni, che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni
culturali, sia materiali che immateriali, con le infrastrutture e con gli
altri settori produttivi (turismo, commercio, artigianato, servizi
avanzati…) che a quel processo sono connessi.
Per
le stesse logiche di funzionamento di un distretto culturale, pertanto,
risulta strettamente necessaria l’integrazione delle operazioni che si
prevede di realizzare con la Misura 5.1 – sottomisura 5.1.2 - con altre
Misure del POR Sardegna ed in particolare:
-
con quelle
dell’Asse II e nello specifico con i progetti tematici presentati dal
Comune di Iglesias a valere sui precedenti bandi riguardanti: la Misura 2.1
– Itinerario Città Regie (già finanziato); la Misura 2.2 – Archeologia
industriale (in corso di istruttoria); la Misura 2.3 – CARAS (già
finanziato);
-
con quelle
coinvolte nel PIT CA2 (già finanziato - primo bando) con interventi
specifici per il Comune di Iglesias, riguardanti sempre l’Asse II –
Misura 2.1 e l’Asse I – Misura 14;
-
con quelle
dell’Asse IV – Misura 4.5 e dell’Asse II – Misura 2.2, con
riferimento al progetto integrato “Cattedrali di Sardegna” (in corso di
istruttoria);
-
con quella
dell’Asse V – Misura 5.1 (prima fase).
Entro
tale quadro, si evidenzia la portata dello sforzo integrato di innalzamento
dell’offerta dei servizi culturali, turistici e di spettacolo che
l’amministrazione comunale sta realizzando.
Più
in particolare:
-
con il PIT
e con la misura 2.1 (Itinerario delle città regie) è stato avviato il
“progetto di restauro, valorizzazione e promozione delle fortificazioni
medievali della città di Iglesias” - importante compendio culturale e
ambientale noto a livello internazionale come uno dei siti medievali
fortificati più integri dell’isola costituitosi tra il XII e il XV
secolo; il progetto che prevede il completamento delle opere di restauro e
di adeguamento funzionale del cosiddetto Castello di Salvaterra e la
localizzazione nel medesimo edificio di un “Centro di documentazione e
promozione della cultura medievale di Iglesias”, permetterà la
realizzazione di attività culturali e promozionali di vario genere
(seminari e congressi specializzati, mostre d’arte, eventi musicali,
mostre temporanee e permanenti, sagre, incontri enograstronomici, ecc…)
che potranno consentire alla struttura di funzionare per l’intero anno;
fra i progetti PIT, inoltre, è previsto un intervento particolarmente
funzionale alla presente proposta, in quanto riguardante il recupero
ambientale di un’ampia porzione di territorio del compendio minerario di
Monteponi (misura 1.4);
-
con la
Misura 2.2 si prevede di recuperare ad una funzione produttiva i vecchi
fabbricati aziendali di Monteponi per l’attivazione di un archivio storico
minerario con l’allestimento degli spazi da destinare oltre che alla
principale iniziativa archivistica, ad una ampia gamma di attività
complementari, di documentazione, informazione, didattiche e
di spettacolo;
-
con la
misura 2.3 si prevede il completamento del Cinema Elettra finalizzato alla
sua riqualificazione come Cine-Teatro e centro di ritrovo e promozione della
musica, dell’arte, dello spettacolo e della cultura;
-
con il
progetto integrato “Cattedrali di Sardegna” (Misura 2.1 e 4.5), si
procederà al restauro della Cattedrale di S. Chiara e della Chiesa della
Purissima finalizzato al loro adeguamento funzionale e qualificazione
turistica con la realizzazione di percorsi espositivi;
-
con la
misura 5.1 – sottomisura 5.1.2 è già stato avviato (interventi della
prima fase) il progetto di riqualificazione e valorizzazione del centro
storico della città di Iglesias con un intervento di rifacimento delle
pavimentazioni medioevali e l’Amministrazione comunale si candida a
completare tale progetto con una serie di operazioni riguardanti: l’arredo
urbano, le pavimentazioni, l’attivazione di percorsi medioevali, il verde
attrezzato, la segnaletica stradale e turistica, il sistema di illuminazione
per la valorizzazione dei monumenti, la valorizzazione dei portici e delle
fontane del centro storico; i parcheggi sotterranei e la riqualificazione di
strutture di servizio ai cittadini ed alle imprese.
Il
progetto proposto si colloca, inoltre, in naturale continuità con una serie
di interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio storico e
culturale della città che sono stati realizzati con particolare impegno
finanziario nell’ultimo decennio e che hanno consentito il completamento
di numerose opere (Municipio, Palazzo Vescovile, Chiesa e Convento di S.
Francesco, Chiese di N.S. di Valverde, di S. Domenico, del Collegio).
Va,
inoltre, evidenziato il forte raccordo funzionale fra gli interventi
previsti e quelli che caratterizzeranno il progetto di riqualificazione a
fini turistico-culturali del compendio di archeologia mineraria di Monteponi.
Quest’ultimo,
in fase di elaborazione, risponde alle medesime finalità del progetto
integrato qui descritto ed è proprio dalla loro interrelazione che più
compiutamente possono essere colte le valenze sistemiche che caratterizzano
l’idea forza del distretto culturale cui si è fatto più volte
riferimento.
Il
Progetto Monteponi, prevede, infatti, il “ripristino” della fruibilità
di molti degli spazi del villeggio minerario che si prevede di riqualificare
rendendoli idonei ad attivare iniziative culturali, di intrattenimento e
spettacolo, di accoglimento, ristoro e informazione dei visitatori.
Questi
interventi, oltre a migliorare
fortemente l’immagine turistica della città e del suo hinterland, saranno
anche volano di nuova e qualificata occupazione, sia nel settore dei servizi
che in quello indotto del commercio, dell'artigianato specializzato, dei
prodotti tipici dell’agroalimentare, dei servizi del terziario avanzato (information
communication technology).
Si
segnalano, infine, le ulteriori integrazioni del progetto integrato con le
iniziative già proposte dall’amministrazione comunale di Iglesias a
valere sulle Misura 3.6 e 5.2 del POR.
In
tale ambito, l’insieme degli interventi previsti entro le logiche di
funzionamento del distretto culturale, consentiranno di realizzare programmi
di coinvolgimento, a diversi livelli e gradi di istruzione, del mondo
scolastico (della città di Iglesias e dell’intero territorio del
sulcis-iglesiente), con protocolli specifici che a condizioni vantaggiose
facilitino la partecipazione dei ragazzi alle iniziative previste,
contribuendo in tal modo: a migliorare gli esiti scolastici di tutti gli
alunni; a favorire la riduzione dell’abbandono scolastico e formativo; a
ridurre l’interruzione dei percorsi di studio e la marginalità sociale; a
consentire di sperimentare procedure e strutture per prevenire il fenomeno
della dispersione scolastica.
La
sostenibilità tecnica
La
verifica della fattibilità tecnica degli investimenti proposti con le
diverse operazioni a valere sulla Misura 5.1, ha rappresentato il necessario
presupposto per permettere di costruire le successive fasi di fattibilità,
(in particolare quelle finanziarie ed economica).
Per
le valutazioni sulle più opportune soluzioni tecniche funzionali si è
proceduto in stretto raccordo con la competente Soprintendenza di Cagliari e
con l’Ufficio Regionale Tutela del Paesaggio.
Si
sottolinea inoltre che le progettazioni tecniche, ai diversi livelli di
definizione, sono state predisposte in raccordo tra Amministrazione Comunale
e i professionisti incaricati attraverso un’attività di coordinamento
tecnico che ha svolto il ruolo di assicurare coerenza tra le diverse attività
progettuali all’interno dell’idea forza, e il rispetto dei suoi
contenuti ed obiettivi specifici.
Sotto
il profilo delle successive attività di affinamento progettuale e di
esecuzione delle opere, l’Amministrazione si avvarrà del supporto del
Laboratorio Servizi Integrati per il Centro Storico, struttura operativa già
programmata nell’ambito dello stesso progetto integrato, il cui ruolo
principale è proprio quello di fornire un supporto tecnico-scientifico alle
attività di progettazione e realizzazione degli interventi di recupero e
riqualificazione urbana, non solo pubblici, al fine di garantire il corretto
utilizzo delle tecniche costruttive e dei materiali della tradizione locale.
Le
indagini, oltre che dall’ampia letteratura storica e scientifica edita sul
centro storico medievale di Iglesias, si sono avvalse anche di altri
strumenti di conoscenza, tra cui certamente gli esiti del progetto Agorà e
realizzato nell’ambito del più ampio progetto nazionale“ Giacimenti
Culturali” finanziato nel 1985 dal Ministero per i Beni Culturali.
Le
indagini svolte hanno potuto beneficiare inoltre del cospicuo patrimonio
informativo messo a disposizione dalla citata Soprintendenza attraverso il
Catalogo Territoriale dei Beni Culturali di Iglesias imponente lavoro di
censimento del territorio, e ovviamente del centro storico, che fu redatto
nell’ambito dei compiti istituzionali dell’Ente tra il 1985 e il 1990
secondo le specifiche nazionali fornite dall’I.C.C.D. (Istituto Centrale
per il Catalogo e la Documentazione).
Con
le analisi di sostenibilità tecnica e ambientale sono stati verificati in
particolare i seguenti aspetti:
-
l’individuazione
e delimitazione degli ambiti territoriali cui riferire gli interventi
-
il grado
di compatibilità dei progetti con gli aspetti programmatori, urbanistici e
vincolistici
-
le azioni
e i metodi attraverso cui raggiungere gi obiettivi di tutela sostanziale del
patrimonio culturale interessato e di riqualificazione delle aree oggetto di
intervento
-
le modalità
di valorizzazione e sviluppo delle aree oggetto di intervento
-
lo
sviluppo ed il controllo del grado di integrazione fisica, funzionale ed
ambientale con le infrastrutture esistenti e programmate
-
la
verifica del raccordo temporale tra le iniziative programmate e lo
svolgimento delle procedure di esproprio previste nell’ambito di altre
opere già finanziate
È
stato così possibile procedere a descrivere dettagliatamente in termini
quantitativi e qualitativi gli output (beni e/o servizi) previsti dagli
interventi, a definire le relazioni logiche e temporali fra attività ed
opere, la loro proiezione su un calendario presumibile, per permettere le
valutazioni di convenienza finanziaria ed economica e quelle della
sostenibilità amministrativa e procedurale riportata nel dettaglio nelle
schede per singola operazione del progetto.
La
verifica della sostenibilità tecnica poggia fondamentalmente sul
perseguimento di alcuni standard di qualità dell’intero
programma che sono stati assunti come base fondante dei progetti e
che, non a caso, sono considerati tra i criteri di valutazioni previsti dal
Bando della Misura 5.1.
In
particolare tali standard di qualità si possono definire in relazione al
riconoscimento della sensibilità ambientale del contesto e rispondenza
della proposta ai temi dello sviluppo sostenibile, nonché alla
realizzazione di interventi sul patrimonio culturale esistente che siano
rigorosamente definibili come opere di restauro e conservazione, pertanto
fondati esclusivamente sull’ utilizzo di materiali e tecnologie
costruttive coerenti con l’esistente e con la cultura locale.
La
sensibilità ambientale e rispondenza ai temi dello sviluppo sostenibile
Questo
aspetto è stato tenuto in particolare evidenza soprattutto in relazione a
quanto documentato negli elaborati progettuali di sostenibilità ambientale
(cui si rinvia) e cioè all’intreccio tra la “storia naturale” e la
storia umana” di Iglesias che rappresenta il vero momento fondante della
“storia della città” e del suo territorio.
Sotto
il profilo strettamente tecnico l’intera idea progettuale si riferisce in
prevalenza ad opere di iniziativa pubblica orientate esplicitamente al
recupero del patrimonio storico e architettonico del nucleo antico della
città, nonché ad interventi di valorizzazione di ambiti urbani di
particolare pregio ambientale; tali interventi prevedono cambi di
destinazioni d’uso compatibili con le esigenza di tutela e valorizzazione
e in nessun caso alterazioni dell’assetto storicizzato del luogo né
interventi edilizi che comportino aumenti di volume e di superficie.
L’unico
intervento (da realizzare attraverso project financing), quello del
parcheggio, deve considerarsi comunque ad impatto ambientale nullo perché
integralmente interrato sotto il campo Monteponi.
Sotto
il profilo della tutela ambientale e monumentale le opere previste per il
recupero dei fabbricati storici (ex Pretura e Scuole Elementari Maschili)
sono coerenti con le esigenze di conservazione poste a base dei due vincoli
vigenti ex D.Lgs. 490/99 trattandosi di opere di prevalente manutenzione e
recupero.
Analogamente
sono coerenti con le esigenze di tutela del vincolo paesaggistico le opere
di sistemazione a verde da realizzare in prossimità delle mura medievali,
unico intervento che ricade nel perimetro del vincolo.
Tutte
le opere previste nel progetto sono peraltro coerenti con lo strumento di
pianificazione attuativa comunale (P.P. della zona A) le cui norme di
attuazione consentono l’esecuzione delle opere programmate
Sotto
tali profili l’impatto ambientale delle opere progettate deve ritenersi
sostanzialmente positivo.
RICADUTE
DEL PROGETTO INTEGRATO
Il
patrimonio di beni culturali, e ancor più il processo di valorizzazione di
tale patrimonio secondo la prospettiva del distretto culturale-turistico,
che caratterizza la presente proposta progettuale, viene, come detto, ormai
ritenuto come una potenziale risorsa per lo sviluppo, sulla base di un
modello teorico che può essere così semplificato:
-
i beni
culturali e la risorsa culturale è in grado di attrarre visitatori in una
data area;
-
i
visitatori generano una spesa;
-
questa
spesa si trasforma in reddito e in capitale per lo sviluppo locale.
Nella
sua semplicità il modello evidenzia come alle risorse culturali venga
associata la produzione e vendita di servizi destinata, non solo alla
domanda interna, ma anche ad una domanda non localizzata nell’area
(domanda esterna o “estera”).
La
domanda esterna è rappresentata, soprattutto, da non residenti (turisti e
visitatori) che utilizzano i servizi culturali come “consumi
immateriali”. L’innovazione tecnologica, ampliando le potenzialità
della “riproducibilità” tecnica dei beni culturali, permette, comunque,
sempre più di vendere i servizi associati a questi beni all’esterno
dell’area (visitatori remoti). In tutti e due i casi la vendita di servizi
si traduce per l’economia locale in una “esportazione” di merci e
servizi.
In
entrambi i casi l’impatto sull’economia locale sarà determinato dal
valore netto delle esportazioni, ovvero sarà generato dalla differenza tra
il valore delle esportazioni e quello delle merci e servizi che l’area
dovrà importare per produrre i prodotti richiesti dalla domanda esterna.
E’
questa la principale variabile di rottura che il modello individua come
centrale per attivare un processo endogeno locale.
Il
solo possesso delle risorse culturali non è, tuttavia, sufficiente a far
partire un processo di crescita economica fondato sulle esportazioni.
Come
già evidenziato, bisogna tenere presente che la specifica dotazione di beni
culturali, anche se costituisce una potenziale rendita differenziale per una
data area locale, non crea di per sé un vantaggio competitivo e non la
mette completamente al riparo da fenomeni concorrenziali.
In
secondo luogo i processi di valorizzazione di un bene culturale non
producono alcun effetto se l’area è povera in termini di servizi
culturali e territoriali.
La
qualità dell’offerta e una sua crescita, necessaria per ampliare il
raggio di attrazione e per incrementare il numero dei fruitori residenti e
non residenti, richiede, perciò, una filiera culturale e turistica che
sviluppi tutti i servizi richiesti dai potenziali fruitori e realizzi quei
prodotti e quei servizi necessari per soddisfare le esigenze della domanda.
In
terzo luogo l’industria culturale si sviluppa più facilmente se
l’efficienza produttiva media dell’area è relativamente elevata.
Evidentemente se i servizi della Pubblica Amministrazione o quelli delle
imprese che fanno parte della filiera culturale sono inefficienti,
aumenteranno i costi e si ridurrà la qualità e/o aumenteranno i prezzi dei
prodotti realizzati dal processo di valorizzazione dei beni culturali.
L’ammontare
degli impatti economici della spesa per servizi culturali è in funzione del
livello di dipendenza dell’area dall’esterno, dal suo “grado di
apertura”, e, quindi, dall’ammontare delle importazioni. Più elevato è
il livello di dipendenza dell’area dall’esterno, per
l'approvvigionamento sia degli input del processo di valorizzazione che
delle altre merci e servizi direttamente consumate dai fruitori, e minore
sarà il suo effetto moltiplicatore.
Per
questo motivo nella programmazione dello sviluppo la città di Iglesias
Cagliari ha avviato una serie di iniziative (anche la utilizzazione della
legge 37 – art.19) per favorire i processi di potenziamento delle attività
produttive che utilizzano in misura maggiore gli input (merci, servizi e
capitale umano) prodotti o disponibili a livello locale e di sostituire
sempre più nel consumo finale dei visitatori i prodotti dell’area a
quelli importati.
Il
processo di sviluppo attivabile seguendo le dinamiche economiche sopra
delineate, può essere così sintetizzato.
Per
effetto del potenziamento del sistema dell’offerta culturale e della sua
maggiore attrattività, la città di Iglesias sarà in grado di attrarre una
domanda aggiuntiva rispetto a quella esistente e questi nuovi
fruitori dei beni culturali possono attivare, a livello locale, un circuito
del reddito così articolato:
§
le merci e i servizi offerti dalla industria culturale saranno
domandati dai fruitori del patrimonio culturale;
-
la domanda
dei fruitori può essere, a sua volta, distinta tra domanda interna,
originata dalla spesa dei visitatori residenti nell’area, e domanda
esterna, o esportazioni, generata dalla spesa dei fruitori non residenti
(visitatori e turisti);
-
la
domanda, sia interna che esterna, può essere soddisfatta sia con merci e
servizi prodotti localmente che con merci e servizi importati;
-
la spesa
destinata all’acquisto di merci e servizi prodotti localmente si trasforma
in parte, in redditi (salari, profitti e rendite) per i soggetti che
partecipano al processo di produzione; in parte, in domanda aggiuntiva per
altri settori produttivi localizzati nell’area e in parte in importazioni
aggiuntive;
-
la
domanda, derivante dai redditi aggiuntivi e dalla nuova produzione attivata
localmente, a sua volta si trasforma, per una parte, in reddito e nuova
domanda per i settori produttivi locali (effetto moltiplicatore) e, per
l’altra parte, in nuove importazioni e così via, fino a quando
l’impulso iniziale non si sarà esaurito.
In
definitiva il modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione dei beni
culturali deve essere sostenuto sia da una domanda interna, che da una
domanda esterna. La domanda locale svolge un ruolo strategico per la
determinazione della massa critica necessaria per lo start up dell’intero
processo, mentre quella turistica rappresenta il vero “motore” dello
sviluppo.
L’impatto
economico connesso al turismo (il segmento della domanda esterna con
maggiore capacità di spesa) è comunemente considerato come quello più
rilevante, ma tutta la filiera culturale contribuisce alla crescita del
reddito e dell’occupazione a livello locale.
Con
la presente proposta progettuale tali integrazioni favorire dalle logiche di
funzionamento del distretto, consentiranno far nascere e crescere
un’economia integrata a livello locale che non sia, però, solamente
destinata alla valorizzazione dei soli “prodotti culturali”, ma alla
più ampia gamma delle produzioni tipiche locali.
Si
tratta di sostenere un sistema produttivo locale
settorialmente trasversale in grado di attivare l’insieme delle
produzioni e delle risorse presenti nell’area utilizzando, soprattutto per
lo sviluppo di nuove iniziative, tutte le valenze del “capitale umano”
disponibile con particolare riferimento alle prerogative offerte dalla
“new economy”. Le stesse risorse infrastrutturali potranno trovare in
questo ambito nuove utilizzazioni e il patrimonio urbano della città, ed in
particolare il suo centro storico, nuove occasioni di valorizzazione.
Il
sistema socio-economico locale partecipa, quindi, al processo di sviluppo
non soltanto con la sua dotazione di infrastrutture e di imprese, ma anche
attraverso la sua dotazione di risorse umane.
Più
elevato è il livello di qualificazione del capitale umano e più ricca può
e deve essere la qualità dell’offerta culturale.
Il
processo di integrazione, inoltre, deve coinvolgere, per essere effettivo e
vincente, le collettività locali e, per questo motivo, deve essere
assicurata la loro partecipazione alla realizzazione di questo processo.
E’ necessario, cioè, mutare l’atteggiamento delle popolazioni,
dall’indifferenza al coinvolgimento attivo, per la ricerca delle
compatibilità fra le attività antropiche (agricole, industriali,
artigianali e terziarie) e le attività di protezione/salvaguardia delle
risorse culturali, del territorio e del paesaggio che non solo
nell’immediato ma anche nel medio/lungo periodo possono assicurare
significativi benefici economici.
Evidentemente,
maggiori saranno le interconnessioni, ovvero più integrata sarà la rete, e
maggiori saranno gli impatti economici che sarà possibile generare.
Il
vantaggio competitivo dell’offerta integrata territoriale dipende anche
dalla sua capacità di acquisire una sua specifica identità. Identità che
richiede un certo grado di specializzazione e di differenziazione rispetto
alle altre offerte che potrebbero essere potenzialmente competitive.
Impatto
sull’occupazione e sulla produzione
Per
la valutazione dell'impatto economico dell'investimento proposto si è fatto
riferimento all’insieme dei progetti in fase di realizzazione che, una
volta attuati, per il loro livello di integrazione rappresenteranno un
sistema articolato di offerta in grado di funzionare secondo le logiche
virtuose del distretto.
Le
ricadute del progetto per la riqualificazione e il recupero del centro
storico di Iglesias, sono state opportunamente valutate con riferimento ai
diversi programmi avviati ed in corso di esecuzione ed ad esso strettamente
correlati.
Come
ampiamente evidenziato nelle analisi di fattibilità economica e
finanziaria, si è in particolare fatto riferimento agli impatti economici e
occupazionali valutati e quantificati nell’ambito
dei seguenti programmi complessi:
-
progetto
di restauro, valorizzazione e promozione delle fortificazioni medievali
della città di Iglesias;
-
progetto
di recupero e riqualificazione dell’ ex-cinema;
-
progetto
cattedrali;
-
progetto
di riqualificazione a fini turistico-culturali del compendio di archeologia
mineraria di Monteponi.
Per
le valutazioni si è fatto riferimento inoltre alle tavole intersettoriali
disponibili sul sistema economico regionale dalle quali è stato possibile
effettuare una stima, di larga massima, degli effetti moltiplicativi
dell’investimento sul sistema economico locale.
Data
la non univocità dei valori proposti dalle tavole si è ritenuto opportuno
considerare ai fini della presente analisi uno scenario “medio”
(ottenuto calcolando i valori medi fra due scenari uno prudenziale e uno
ottimistico).
Come
di seguito illustrato, dalle stime effettuate, a fronte di una spesa
complessiva per investimenti riguardante il progetto integrato nel suo
insieme, compresi gli investimenti previsti a valere sulla misura 5.1, pari
a circa 23,7 milioni di euro, si stima:
-
un impatto
economico sul sistema produttivo locale, grazie agli effetti moltiplicativi,
pari ad aggiuntivi 11 milioni di euro;
-
un impatto
sulla occupazione pari a circa 300 addetti di cantiere;
-
un impatto
occupazionale stabile riguardante i nuovi occupati direttamente coinvolti
nella gestione dei servizi legati alle iniziative dei programmi complessi
attivati pari a circa 75 addetti.
Le
stime di impatto economico ed occupazionale, sopra sintetizzate, hanno un
riferimento temporale limitato ai primi anni di attuazione
dell’intervento.
Gli
effetti indotti dall’intervento proposto hanno, tuttavia, un respiro
temporale ben più ampio che tendenzialmente per la fase di cantiere è da
valutare almeno su base quinquennale, mentre,
l’ampliamento dell’offerta culturale ha effetti continuativi nel
tempo, andando ad incidere sull’intero tessuto produttivo locale.
Con
specifico riferimento all’impatto occupazionale,
la conseguente domanda di personale specializzato e non, attivata dal
progetto proposto, andrà ad interessare, non soltanto la gestione dei
servizi direttamente legati allo stesso progetto, ma anche il più
articolato sistema della promozione e gestione dei servizi turistici,
culturali e didattici, dell’area dell’iglesiente, oltre
all’attivazione ed al potenziamento delle attività artigianali,
commerciali e delle produzioni tipiche locali.
L’impatto
sull’occupazione femminile
Le
precedenti valutazioni di impatto occupazionale (cantiere e gestione) hanno
evidenziato che a fronte di una spesa per investimenti pari a circa 23,7
milioni di euro, l'incidenza dell'occupazione femminile, rispetto al totale
dell'incremento occupazionale attivabile dal progetto (cantiere e gestione),
si stima pari a circa il 28%.
Il
finanziamento degli interventi previsti è destinato, pertanto, a produrre
un impatto positivo in termini di pari opportunità con la creazione di
circa 105 nuovi posti di lavoro (fra quelli di cantiere e quelli legati alle
attività di gestione) di cui circa 45 unità stabili di nuova occupazione
femminile per le attività di gestione.
IL
PROCESSO PARTENARIALE
Finalità
Il
progetto integrato ha seguito un processo condiviso e partenariale con le
principali componenti istituzionali ed economico-sociali, associative e
sindacali del territorio.
Il
partenariato pubblico/privato è stato inteso come processo partenariale con
le componenti istituzionali ed economico-sociali, associative e sindacali
finalizzato alla identificazione delle strategie e alla definizione delle
scelte e degli obiettivi.
Vengono
di seguito descritte le fasi del processo partenariale.
Procedure
di attivazione
La
prima fase del processo è stata quella delle procedure di attivazione.
Queste ultime sono state realizzate per mezzo di attività di animazione nei
confronti delle forze sociali, economiche, sindacali ed associazionistiche
attraverso diversi incontro organizzati e promossi dall’amministrazione
comunale.
Animazione
sociale ed economica
Le
attività di animazione si sono concretizzate in diversi incontri informali
fra gli Assessorati competenti e gli operatori economici e sociali del
territorio. Tale attività ha avuto come momento conclusivo:
-
un primo
incontro assembleare di presentazione della proposta progetto da parte degli
amministratori;
-
un secondo
incontro durante il quale, recepite diverse istanze, è stato presentato il
progetto integrato nella sua ultima formulazione e di è proceduto
successivamente alla firma di un protocollo d’intesa
Durante
il primo incontro sono state illustrate agli operatori del partenariato le
finalità dell’iniziativa ed in particolare si è proceduto:
-
ad
illustrare agli operatori economici del centro urbano, la proposta di
partecipazione al bando della misura POR 5.1.2, nel rispetto delle finalità
del relativo bando pubblicato in data 16/09/2002 sul n. 27 del BURAS
(integrato secondo quanto disposto dalla deliberazione Giunta Regionale n°
39/13 del 10/12/2002), entro un quadro di forte integrazione con il più
ampio progetto di valorizzazione, anche a fini turistici, del territorio e
della città, in corso di avanzata realizzazione e con particolare
riferimento alla richiesta di coerenza con “l’idea forza” del PIT CA 2
Sulcis – PIT di riferimento per la città di Iglesias;
-
a
verificare, attraverso il coinvolgimento degli stessi operatori, la
possibilità di attivare un partenariato attivo con la partecipazione degli
stessi operatori alla messa a punto delle strategie ed alla definizione
delle scelte e degli obiettivi progettuali per una maggiore e ampia
rispondenza degli stessi alle esigenze di valorizzazione e promozione del
centro urbano e delle attività d’impresa.
Si
è precisato che tale esigenza di coinvolgimento, al di là delle finalità
del bando in argomento, risponde ad un preciso impegno politico e
programmatico dell’amministrazione comunale nei confronti delle categorie
produttive che ha già avuto e avrà altre opportunità di collaborazione
con riferimento alle diverse iniziative di programmazione e territoriale e
sviluppo locale avviate dalla stessa amministrazione comunale (PIT, L.R. 37,
L.R. 29, diverse misure del POR Sardegna 2000 – 2006), nel quadro dei
comuni sforzi orientati a generare i maggiori impatti socio-economici,
occupazionali, culturali e turistici per la città di Iglesias.
Si
è evidenziato come entro tale quadro di riferimento la programmazione
dell’Amministrazione comunale di Iglesias, di concerto con gli operatori
del territorio, intende mettere in primo piano gli interventi di
riqualificazione del patrimonio storico – culturale a partire dal centro
storico e fino al potenziamento delle sue numerose risorse.
Sulle
finalità così come illustrate, dopo un approfondimento tecnico sugli
aspetti del bando curato dagli esperti presenti, e dopo ampio dibattito si
è definito quanto segue. I partecipanti presenti, in rappresentanza di un
articolato partenariato economico e sociale:
-
si sono
espressi a favore della strategia illustrata dall’amministrazione comunale
e condividono le scelte e gli obiettivi della proposta in fase di
definizione per il progetto da presentare a valere sulla misura 5.1;
-
hanno
manifestano la loro disponibilità a concludere, con maggiore dettaglio una
intesa, da formalizzare con uno specifico protocollo, dove saranno precisate
le più opportune forme organizzative di raccordo e delineato un programma
di attività;
-
si sono
riservati di approfondire,
sentiti i loro aderenti, la esistenza di un eventuale interesse sia per il
cofinanziamento di opere di interesse comune, sia per la realizzazione di
opere private “di contesto”, qualora queste ultime, anche a totale
carico del finanziamento privato, siano ritenute strategiche per il progetto
integrato.
L’Amministrazione
comunale di Iglesias nel contempo si impegnava:
-
ad
attivare, al di là delle specifiche iniziative riguardanti la
partecipazione alle misure del POR Sardegna, un forum permanete di
concertazione con le categorie produttive sulle strategie e le scelte di
sviluppo della città;
§
a prefigurare, con specifico riferimento al progetto integrato di
valorizzazione del patrimonio minerario, culturale e monumentale della città
ed in particolare del centro storico, attraverso le diverse iniziative
avviate, di concerto con le categorie produttive della città, il loro
coinvolgimento diretto e/o indiretto, secondo formule da definire
nell’ambito della vigente normativa, nelle attività di gestione che lo
stesso progetto integrato prevede di attivare una volta completa le opere e
gli interventi di riqualificazione.
Si
conveniva inoltre di demandare al Comune di Iglesias:
-
la
predisposizione di una bozza di protocollo d’intesa che disciplini le
finalità del partenariato, gli impegni, i risultati attesi e le modalità
operative per il suo funzionamento;
-
la
riconvocazione del tavolo della concertazione per la discussione e la firma
protocollo d’intesa entro la scadenza fissata del bando.
Forme
organizzative
Il
partenariato pubblico/privato ed il processo decisionale è stato
successivamente formalizzato con la stipula di uno specifico protocollo
d’intesa (che si allega) fra gli operatori del partenariato e
l’Amministrazione comunale .
Il
protocollo, sancisce una modalità organizzativa permanente di
partecipazione delle componenti istituzionali ed economico-sociali alle
scelte decisionali dell’amministrazione comunale nelle materie di sviluppo
del progetto integrato.
Il
protocollo d’intesa con gli operatori locali
Il
protocollo è stato firmato da diversi rappresentanti degli operatori
economici, sociali, sindacali e istituzionali della città ed in particolare
dai rappresentanti di:
Confcommercio;
FIDAPA; ASCOM; CNA; Confartigiani; Consorzio Insieme; CASARTIGIANI;
ARTIGIANTESSILE; Consorzio
“Centro Città”.
Vengono
di seguito illustrate le forme organizzative definite nel protocollo
d’intesa:
Obiettivi
Con
la sottoscrizione del presente atto le Parti concludono un’intesa volta
alla attivazione di un processo partenariale strutturato e permanente quale
supporto propositivo e consultivo finalizzato alla identificazione e
condivisione delle strategie e alla definizione delle scelte e degli
obiettivi specifici riguardanti il progetto integrato di valorizzazione
della città ed in particolare del centro storico. Il progetto integrato ha
come obiettivo generale lo sviluppo di: interventi di valorizzazione, anche
a fini turistici, del patrimonio culturale e monumentale della città ed in
particolare del centro storico, attraverso le diverse iniziative avviate e/o
programmate, di concerto con le categorie produttive della città di
Iglesias e del suo hinterland; investimenti che incrementino la dotazione
delle infrastrutture di servizio pubblico e di interesse pubblico per le
imprese e per le famiglie dell'area vasta di gravitazione del polo urbano;
interventi di recupero e riqualificazione delle infrastrutture, dei servizi
pubblici e delle funzioni urbane a sostegno del territorio diffuso, di
potenziamento dei servizi a valenza strategica, soprattutto quelli a diretto
servizio di distretti produttivi e sistemi locali facenti riferimento al
centro stesso, e di adeguamento dei servizi di quartiere in modo da
incentivare il dinamismo dei sistemi produttivi locali; interventi di
coinvolgimento diretto e/o indiretto degli operatori economici privati,
secondo formule da definire nell’ambito della vigente normativa, nelle
attività di gestione che lo stesso progetto integrato prevede di attivare
una volta completa le opere e gli interventi di riqualificazione e
valorizzazione.
Il
Forum della concertazione
Viene
istituito un forum permanente della concertazione composto da rappresentanti
della Giunta comunale nominati dal Sindaco e da altrettanti rappresentanti
degli operatori economici del centro storico designati dalle categorie di
rappresentanza e dalle principali associazioni costituite fra operatori
economici. La conferenza è presieduta da un Coordinatore e si riunisce
almeno una volta ogni mese o comunque quando ne facciano richiesta al
Coordinatore almeno un terzo dei componenti. Il Coordinatore del Forum,
scelto tra i componenti la Conferenza, eletto a maggioranza dei
partecipanti, assume la carica per la durata di un anno. Sarà compito del
Forum della concertazione quello di analizzare i progetti predisposti
dall’amministrazione comunale, elaborare proposte migliorative e di
maggiore rispondenza alle esigenze degli operatori economici e/o attivare
qualsiasi ulteriore iniziativa ritenuta utile per il progetto integrato di
valorizzazione della città ed in particolare del centro storico. Per lo
svolgimento delle attività del Forum, l'Amministrazione comunale assumerà
l'onere di istituire una segreteria organizzativa presso gli uffici
comunali.
Il
Comitato tecnico
Per
assicurare un’indispensabile azione di coordinamento delle fasi
progettuali e realizzative del progetto integrato e per consentire uno
stretto collegamento fra coloro che hanno le responsabilità progettuali e
operative delle diverse iniziative ed il forum della concertazione è
istituito un comitato tecnico, costituito: dal Dirigente dei servizi tecnici
comunali; dai professionisti (incaricati dal Comune) direttamente coinvolti
nelle attività di elaborazione delle diverse iniziative progettuali; da due
rappresentanti del forum della concertazione indicati dal partenariato
economico-sociale, sindacale e istituzionale. Il Comitato tecnico sarà
convocato e presieduto, ogni qual volta ritenuto necessario dal Dirigente
dei servizi tecnici comunali; inoltre, con riferimento a specifiche
tematiche che caratterizzano il progetto integrato, il Comitato potrà
essere convocato dal Coordinatore del Forum. Il Comitato tecnico avrà il
compito di: elaborare la documentazione da sottoporre all’attenzione del
Forum della concertazione per l’esercizio delle sue funzioni; assicurare
che gli interventi e le iniziative riguardanti il progetto integrato
risultino coerenti rispetto ad un quadro complessivo organico e funzionale
alle finalità dello stesso progetto integrato; elaborare ipotesi di diretto
coinvolgimento degli operatori privati nelle iniziative del progetto
integrato, da sottoporre in via preliminare all’attenzione del Forum della
concertazione, con particolare riferimento: ad iniziative di cofinanziamento
di opere di pubblica utilità; alla realizzazione di opere private “di
contesto”, qualora queste ultime, anche a totale carico del finanziamento
privato, siano ritenute strategiche per il progetto integrato; alla
partecipazione degli operatori privati alle iniziative di gestione economica
attivate dal progetto integrato; monitorare le fasi realizzative dei
progetti al fine di segnalare al Forum della concertazione le opportune
azioni di eventuale rimozione di ogni e qualsiasi impedimento alla
realizzazione, di rimodulazione, di impulso alla realizzazione degli stessi
progetti elaborando a tal fine specifiche soluzioni. Il Comitato curerà
altresì ogni azione o iniziativa di raccordo e divulgazione immediata e
generalizzata di leggi, regolamenti, circolari e quant'altri documenti
ritenuti utili per la miglior attuazione del progetto integrato.
Programmazione
a medio e lungo termine
Il
partenariato pubblico/privato, così come sancito dal protocollo d’intesa,
si caratterizza anche per la definizione di una programmazione temporale
condivisa tra tutte le componenti, con verifiche costanti nel tempo. La
durata dell’Intesa è fissata in tre anni dalla data di sottoscrizione e
può essere rinnovata successivamente, con atto esplicito
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