Premessa
La
parte della città situata all'interno delle mura Pisane è tra ì quartieri
di Iglesias quello che più fortemente ha mantenuto viva la forma antica
dell'abitare. Le forti trasformazioni intervenute negli ultimi decenni non
hanno disarticolato il suo tessuto edilizio ed insediativo.
La
presenza delle antiche mura e delle antiche porte, il tessuto degli isolati
e il disegno dei sistema delle piazze custodiscono l'immagine antica dei
borgo medievale. Così il quartiere interessato, in passato ed oggi, dalla
presenza di edifici rappresentativi e monumentali, offre una
rappresentazione composta e compiuta di straordinaria bellezza.
Al
di là delle forti suggestioni che restituisce al visitatore un luogo così
ricco di memoria storica, si colgono tuttavia forti elementi disgreganti.
Alle vie storiche su cui sono stati effettuati interventi di completo
riordino dell'arredo urbano si alternano vie nelle quali si sono avuti
parziali interventi di riordino delle reti tecnologiche ( idrica ed
illuminazione), ed alla viabilità su cui vigono limitazioni di traffico
veicolare si alternano strade in cui ricercare disperatamente un parcheggio.
Le
Proposte Generali
Le
proposte progettuali relative agli spazi pubblici in progetto si inquadrano
e si armonizzano in un disegno più generale che investe problematiche
differenti, tra le quali appaiono rilevanti quelle relative al riassetto dei
percorsi pedonali, della viabilità e dei traffico.
In
fase di elaborazione esecutiva si è ipotizzato di ricostituire le vie
Mercato Vecchio, Canelles e Cavour che completerebbero e raccorderebbero la
zona di piazza Lamarmora in cui sono stati effettuati precedenti interventi
alle vie Manno, Corradino e alla Piazza Cannavera dando cosi una maggiore
coesione ad una delle parti storiche di Iglesias, che ne rappresenta una
importante tessera anche in senso storico‑antropologico.
La
pedonalizzazione di questo spazio è 'fortemente auspicata" , nel senso
che se una decisione in tal senso investe problematiche vaste e di diversa
natura che esulano evidentemente dai compiti dei progetto, questo è stato
pensato nell'orizzonte di interventi di limitazione anche totale dei
transito veicolare e dei parcheggio.
Tuttavia
in considerazione delle incertezze e delle resipiscenze che sono solite
accompagnare una visione radicale dello spazio concepito e disegnato senza
autoveicoli, si è accostata la prudente e flessibile individuazione delle
soluzioni esecutive e tecnologiche, per consentire ogni possibile
adattamento.
Così
il dimensionamento delle lastre di pietra e dei chiusini e delle griglie
stradali, ha tenuto conto delle situazioni più sfavorevoli, mentre i
dissuasori nelle parte alta della via sono interpretabili anche come linea
ultima di dissuasione nei confronti degli autoveicoli, che oggi non
trascurano neanche la possibilità di infilarsi e sostare ove le dimensioni
stradali creano disagi sia al traffico automobilistico che pedonale.
L'elaborazione
proposta è individuata planimetricamente in una tavola di inquadramento
generale.
L'intervento
La
densità dei fatti urbanistici e storici, la diversità degli interventi di
arredo urbano di recente realizzazione è divenuta motivo di densità e
diversità di indicazioni progettuali, da tradursi in intervento funzionale
teso ad amalgamare il vecchio con il nuovo e intervenendo invece in maniera
radicale sulle reti tecnologiche ad eccezione dei vecchio collettore
fognario di tipo misto. Sul collettore fognario realizzato nel secolo scorso
su progetto dei Cima, il cui buono stato conservativo e di funzionamento è
stato verificato nei recenti interventi di arredo urbano effettuati nel
centro storico nei quali lo si è mantenuto come collettore principale, sono
previsti interventi di risanamento delle parti strutturali e il un riordino
degli allacci delle acque nere e bianche e la realizzazioni di nuovi
manufatti che possano migliorare la funzionalità della rete fognaria e gli
interventi manutentivi.
Nell'intervento
progettuale è voluta mantenere una sorta di congruità funzionale coi
disegno delle pavimentazioni ottocentesche, riprendendo però ì materiali
utilizzati nelle stesse vie ed in quelle limitrofe
Le
valutazioni progettuali hanno tenuto conto di molteplici aspetti di natura
diversa. Si è anche considerato che precedentemente sono stati riproposti
esempi significativi degli antichi acciottolati e che questi possano essere
visti quale compresenza di esempi interessanti delle antiche pavimentazioni.
La
scelta da un punto di vista tecnico è di due tipi:
per
via Canelles e vico Mercato di prevede un lastricato di pietra con delle
bordature laterali in cubetti, che consente di ottenere manti stradali
regolari e uniformemente scabrosi e quindi in piena sintonia con le esigenze
di una strada pedonale e soltanto nelle pezzature e tessiture superficiali
si è voluto richiamare il disegno ottocentesco.
per
via Cavour si prevede la rimozione ed il riposizionamento dei basolato
esistente inserendo centralmente e nelle bordature laterali i cubetti, che
consentono sempre di ottenere un manto stradale centrale regolare in
sostituzione dell'attuale manto bituminoso.
La
scelta dell'utilizzo dei cubetti non è stata fatta come semplice
formalismo. I cubetti riescono ad adattarsi, similmente al vecchi ciottoli,
alle irregolarità dei bordo viario costellato di soglie, pluviali, chiusini
di utenze private. Per il lastricato di cubetti si vuole adottare
l'apparecchiatura geometrica regolare la più semplice e razionale in file
parallele.
I
profili trasversali delle pavimentazioni è quella con il sistema di
raccolta centrale ed in particolare per via Canelles e vico Mercato si è
voluto uniformare l'intervento anche in termini temporali utilizzando la
stessa pavimentazione per tutti i tratti carrabili.
La
pavimentazione perciò delle vie Canelles, Mercato Vecchio sono state
pensate come il corso Matteotti e la piazza Lamarmora con pavimentazione
esclusivamente in lastre di granito per tutta la sua larghezza mentre
l'intervento della via Cavour è stato inteso come recupero conservativo
associato ad un nuovo intervento.
Considerazioni
sulle scelte progettuali delle pavimentazioni
La
pavimentazione delle vie dei centro storico della città riprendono una
apparecchiatura propria delle pavimentazioni ottocentesche di altre città
murate sarde. Due larghi binari in lastronato di granito bocciardato seguono
lunghe direttrici geometriche e non si curano delle indecisioni e rientranze
dei margine stradale. Tra essi, a formare il "canale" centrale
della via e gli spazi di margine, interstizio e connessione, fasce di
pavimentazione in ciottoli.
Si
è voluta mantenere una sorta di congruità funzionale coi disegno delle
pavimentazioni originarie, ma si è deciso di non utilizzare i ciottoli ma
delle lastre in granito nella fascia centrale e dei cubetti di granito in
luogo dei tradizionali ciottoli.
Essendoci
sull'argomento avvisi diversificati, è doveroso fare in merito a questa
scelta alcune brevi considerazioni che non potendo addentrarsi in una
materia tanto vasta tentino almeno di allontanare la questione da
argomentazioni approssimative.
L'introduzione
delle pavimentazionì in lastricato ed in cubetti di pietra in luogo dei più
antichi selciati o ciottolati rappresenta una situazione classica
nell'evoluzione delle tecnologie d'impiego dei materiali delle
pavimentazioni storiche.
Il
ciottolato, che si diffuse nelle città italiane durante il XVIII secolo,
sostituendo a sua volta i manti stradali in terra battuta, garantiva il
drenaggio delle acque meteoriche e segnatamente di quelle reflue, era sin da
allora economico e facile da realizzare, ma presentava alcuni inconvenienti.
La circolazione dei mezzi con ruote cerchiate di ferro produceva sonorità
elevatissime e azioni orizzontali tendenti a scalzare ì ciottoli
richiedendo continui interventi di manutenzione.
Acciottolati
in figure policrome di grande bellezza sono sopravvissuti in molte città
italiane, particolarmente in Liguria e in Sicilia. Esse impiegano in genere
l'apparecchiatura più tradizionale e resistente, la rizzata, nella quale i
ciottoli sono disposti di punta. Per i problemi di usura e disfacimento
anzidetti esse costituiscono ormai una preoccupazione insormontabile per i
restauratori e versano spesso in stato di abbandono.
All'epoca
dell'introduzione dei lastricati, dati gli alti costi da sostenere, furono
considerate soluzioni intermedie. A Milano, agli inizi del secolo scorso le
pavimentazioni settecentesche in acciottolato vengono dotate di trottatoi,
chiamati anche binari o guidane, formati da una doppia corsia longitudinale
in lastre di pietra dura di natura granitica inserita al centro dei selciato
e a quell'epoca trovano una immediata diffusione in tutta Europa.
Preoccupazioni
economiche analoghe o più forti hanno probabilmente suggerito nei decenni
successivi di 'importare queste tecniche nelle principali città sarde. Le
linee evolutive di questo processo sono come si vede largamente comuni a
quelle di altre città europee, mentre nell'impiego dei materiali si è
potuto disporre della buona qualità e varietà dei graniti sardi ( che sono
stati utilizzati anche nelle pavimentazioni storiche di molti centri
dell'Italia Centrale).
I
tempi di questo processo paiono invece sensibilmente differiti rispetto ad
altri luoghi e quando alla fine dei XIX secolo i nuovi ciottolati
cominciavano ad avere i primi problemi di manutenzione, già da un secolo
l'ingegnere inglese John Loudon Mac Adam aveva sperimentato l'impiego dei
ciottoli per la costruzione dì massicciate stradali di basso costo e grande
resistenza che avevano ormai larga diffusione, anche nelle versioni
incatramate.
Nei
quartieri storici cittadini e di altre città sarde è frequente riconoscere
gli antichi trottatoi e tra essi una fascia di bitume che ha brutalmente
nascosto i ciottoli, quasi a significare un trapasso più brusco che altrove
dai materiali tradizionali a quelli moderni.
La
ricognizione intorno a questi temi è stata lunga e approfondita e ha
seguito l'indirizzo ricevuto dall'Amministrazione di effettuare una analisi
storica con l'intenzione di non tenere separata l'attività di progettazione
dalle altre attività, anche culturali ed editoriali, tese alla
valorizzazione e al recupero dei centro storico.
Le
decisioni progettuali hanno tenuto conto di molteplici aspetti di natura
molto diversa. Si è anche considerato che nel centro storico non sono
sopravvissuti esempi significativi originali degli antichi acciottolati. In
realtà i vecchi acciottolati si trovano sotto i manti bituminosi,
presumibilmente, come paiono attestare le fonti documentarie, in compagnia
dei resti di pavimentazioni lapidee di diversa natura ed epoca.
La
scelta finale si è indirizzata verso il lastricato di pietra, che consente
di ottenere manti stradali regolari e uniformemente scabrosi e quindi in
piena sintonia con le esigenze di una strada pedonale e soltanto nelle
pezzature e tessiture superficiali si è voluto richiamare il disegno
ottocentesco.
Non
si è trattato di un semplice formalismo. Le lastre infatti riescono ad
adattarsi a disegnare la concavità della sezione in corrispondenza
dell'asse stradale e assolvono alla funzione di canale drenante che regola e
rallenta il deflusso delle acque e lo convoglia verso le caditoie e riescono
poi a ridurre le irregolarità dei bordo viario costellato di soglie,
pluviali, chiusini di utenze private.
Chi
percorre la via si orizzonta sull'estremità di essa e non è colpito da tali
irregolarità quanto lo sarebbe da distorsioni nel disegno dei binari
centrali.
I
lavori e le infrastrutture
Il
cantiere
Le
fasi dell'intervento possono essere così descritte:
-
Preliminare ricerca e individuazione dei sottoservizi esistenti e
relativi allacci privati;
-
Demolizione e disfacimento della pavimentazione esistente con
selezione trasporto e accatastamento degli elementi di vecchie
pavimentazioni e trasporto a rifiuto degli altri materiali;
-
Scavo sino alla profondità media di un metro e demolizione delle
infrastrutture sotterranee esistenti.
-
Esecuzione delle passerelle per garantire gli accessi pedonali e
realizzazione della rete fognaria provvisoria;
-
Realizzazione delle nuove reti tecnologiche e dei nuovi allacci;
-
Rincalzo e rinterro con sabbia;
-
Realizzazione della sottopavimentazione dello spessore di circa 15/20
cm..
-
Realizzazione su letto di sabbia e cemento dei lastricati costituiti
da basolati e cubetti.
Le
reti tecnologiche
Sì
prevede la realizzazione di una linea elettrica per la nuova
illuminazione pubblica i cui apparecchi illuminanti si rifanno alle
tipologie utilizzate nelle vie limitrofe e nella piazza Lamarmora. Inoltre
è previsto un cavidotto per una nuova linea elettrica a servizio delle
utenze private (previo accordo con VENEL per la sua realizzazione).
Per
quanto riguarda la rete idrica, in considerazione dei tipo di
intervento e delle condizioni delle tubazioni esistenti si prevede previo
accordo con gli uffici competenti la sostituzione della vecchia condotta in
acciaio con tubazioni in ghisa sferoidale. Saranno inseriti idranti
sottosuolo (mediamente ogni 50,00 mi) e saracinesche a funzionamento
sottosuolo che consentiranno di isolare ì diversi tratti.
I
problemi relativi alla rete fognaria sono comuni alle aree dei centri
storici ed in particolare riguardano la ristrettezza delle strade che in
certi punti presentano sezioni stradali inferiori a tre metri e per una
serie dì altri motivi quali: mantenimento ove sia presente dei vecchio
collettore fognario; difficoltà degli allacci ai privati; difficoltà per
la costruzione dei normali manufatti di linea e soprattutto dei pozzetti di
incrocio; necessità dì un maggiore profondità di scavo per la
realizzazione degli allacci privati; maggiori disagi per gli abitanti dei
quartiere a causa dei tempi lunghi di realizzazione delle opere; minor
valore estetico delle pavimentazioni stradali per via della presenza di un
maggior numero di chiusini, e della loro disposizione necessariamente non
simmetrica rispetto all'asse stradale.
Circa
il materiale delle nuove condotte e degli allacci si è optato per il PVC.
La scelta di questo materiale è stato determinata dai seguenti motivi:
facilità di posa in opera per via della leggerezza e delle condotte che
possono essere trasportate dagli operai senza l'ausilio di mezzi meccanici;
celerità di posa in opera, che consente di minimizzare i disagi per gli
abitanti; resistenza alla rottura anche in caso di possibili cedimenti dei
piano di posa; minimo ingombro dei pozzetti di ispezione; elevata resistenza
all'usura; semplice realizzazione degli allacci privati; basso coefficiente
di scabrezza; inerzia chimica dei materiali sia rispetto agli agenti esterni
che al liquido trasportato.
Lungo
il percorso sono previsti i normali manufatti delle fognature, quali
pozzetti di allaccio, di ispezione con caditoia.
Per
le linee telefoniche e trasmissione dati è prevista la posa dei
cavidotti.
Interventi
di recupero
In
alcune zone della viabilità sono presenti basolati in granito (con spessore
medio di 30/35 cm) datati il cui buon stato di conservazione oltre che
l'originalità dei materiali determina la possibilità di interventi di
recupero per il riutilizzo in loco o eventualmente per tratti particolari o
rappresentativi. Questo tipo di intervento porterà ad una ulteriore
tipologia di pavimentazione che si differenzia dalle precedenti per il
diverso spessore dei basolato utilizzato e per una diversa apparecchiatura.
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