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I
principi fondamentali dell’Estimo contemporaneo quale
disciplina dottrinaria, possono così essere enunciati:
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Il
valore di un bene economico dipende dallo scopo della stima.
Ciò significa in sostanza affermare che
uno stesso bene, in un determinato istante, può avere
destinazioni ed impieghi diversi e consentire quindi giudizi di
valore differenti. Lo scopo costituisce l’elemento preliminare
ed indispensabile della stima in quanto in funzione di esso
viene a determinarsi l’aspetto economico del bene oggetto di
stima. Una corretta valutazione di un bene economico è
possibile soltanto allorchè sia stato preventivamente definito
il fine per cui la stima stessa viene richiesta; una corretta
interpretazione dei risultati di una stima può essere
effettuata soltanto se sia noto il fine per cui la stima stessa
è stata condotta.
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La
previsione è l’attibuto indispensabile del giudizio di stima.
Valutare significa esprimere giudizi di
equivalenza fra beni economici. Tale equivalenza può essere di
tipo storico quando dati storici inducono a constatare quanto in
un determinato periodo, scopo e circostanze il bene economico
era stato valutato in termini monetari, cioè il suo prezzo, e
di tipo ipotetico se riferita a circostanze o motivi che si
ritengono attualmente in essere o che potranno aver luogo in
futuro. La stima è dunque la previsione di un prezzo futuro che
dovrebbe verificarsi per effetto di cause note e già
attualmente agenti. L’attribuzione di valore pertanto precede
il prezzo che potrà verificarsi, mentre il valore di un bene
economico può definirsi come previsione del rapporto tra il
grado di utilità del bene stesso e quello di una data quantità
di moneta.
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Il metodo di
stima è unico e si basa esclusivamente sulla comparazione. Il
metodo estimativo consiste nel confronto sintetico o comparativo
tra il bene oggetto di valutazione ed uno o più gruppi di beni
analoghi sotto il profilo funzionale, per i quali risultano noti
i prezzi già verificatisi in operazioni di scambio. Una volta
costruita la scala dei prezzi, si dovrà individuare il gradino
nel quale inserire il bene da stimare scegliendo come elemento
ordinatore uno o più parametri di confronto comuni a tutti i
beni in gioco
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Il
giudizio di stima deve essere oggettivo e generalmente valido.
Esso dovrà quindi essere formulato
secondo il principio dell’ordinarietà, attribuendo a
ordinario il significato statistico di più frequente.
L’oggettività del confronto da istituire va perseguita nella
scelta delle caratteristiche che maggiormente possano influire
sullo scopo della stima: alla base della comparazione dovrà
essere posta una opportuna serie di parametri, comuni a tutti i
beni comparati, che presentino la possibilità di essere
espressi quantitativamente e nel contempo qualifichino in misura
sufficiente ciascuno dei beni relativamente allo scopo della
stima.
I
possibili criteri di stima
Gli
innumerevoli scopi che inducono all’esecuzione delle stime possono
essere conseguiti mediante un ristretto numero di criteri di stima,
ovvero attraverso la determinazione di uno dei seguenti aspetti del
valore:
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Valore
di mercato: rapporto di equivalenza
tra la moneta ed un dato bene economico, in funzione delle
caratteristiche della domanda e dell’offerta del bene stesso.
Pertanto se lo scopo della stima si identifica nella
determinazione del più probabile prezzo che potrà verificarsi
in uno scambio, il criterio di stima consisterà nell’analisi
previsionale della domanda e dell’offerta di quel tipo di
bene.
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Valore
di costo: somma dei valori di
mercato di tutti i fattori produttivi occorrenti per la
produzione del bene stesso.
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Valore
complementare: differenza fra il
valore di mercato dell’intero complesso di beni tra loro
complementari ed il valore che rimane al complesso medesimo dopo
la separazione del bene in oggetto.
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Valore
di trasformazione: differenza fra
il valore di mercato attribuibile al bene dopo la trasformazione
ed il costo complessivo delle opere necessarie alla
trasformazione.
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Valore
di surrogazione: prezzo di mercato
di un secondo bene economico che presenti la medesima utilità
di consumo o strumentale del bene oggetto di stima e che gli si
possa pertanto sostituire.
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Valore
di capitalizzazione: valore
capitale corrispondente all’accumulazione di tutti i redditi
futuri ordinariamente ritraibili dal bene al tempo di
riferimento della stima.
Gli
aspetti economici appena descritti consentono di esprimere in
termini monetari il valore di un bene in funzione dello scopo della
stima. Nonostante il valore finale sia sempre quantizzato in moneta,
sarebbe erroneo mediare valori desunti da differenti criteri di
stima poiché diversi sono i ragionamenti logici che hanno condotto
a quei valori.
Fra
i suddetti criteri di stima quello che assume maggiore importanza
nella pratica estimativa è il più probabile valore di mercato
poiché sta alla base degli altri cinque.
Pur
essendo il metodo di stima unico e basato sulla comparazione, la
disciplina estimativa continua a distinguere, per la determinazione
del valore di mercato degli immobili urbani, un metodo di stima per comparazione diretta, fondato sulla comparazione fra il complesso delle
caratteristiche dell’unità immobiliare in esame e quelle di altri
immobili analoghi di cui siano stati accertati i prezzi in occasione
di compravendite avvenute nel tempo di elaborazione della stima
medesima, e un metodo di stima per comparazione indiretta o capitalizzazione dei redditi che è incentrato
prevalentemente sull’applicazione di alcuni concetti di matematica
finanziaria. La comparazione rimane tuttavia un elemento essenziale
in quanto sia il reddito da capitalizzare che il saggio di
capitalizzazione sono indicati da esperienze storiche di mercato.
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